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Quest 168: Obiezione, Vostro onore

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Cilan
view post Posted on 28/2/2016, 20:35




Quest 168: Obiezione, Vostro onore

Quest libera

- Enix Jupiter
- Alexander Zaoldyeck
- Igor Scentvich
- Edward Nerst

fblqma


Ambientazione

Repubblica di Padokia

Obbiettivi:
-Scortare l'avvocato Johanna Proudmoore in aula del tribunale per l'udienza.
-Mantenere Johanna in vita
-Vincere la causa giudiziaria

Trama
Johanna Proudmoore è un giovane avvocato che sta conucendo una serie di cause giudiziarie per incastrare un'associazione di assassini. Il giorno successivo infatti dovrà presentarsi in aula per concludere l'accusa al presunto capo di tale associazione.
La donna, tuttavia, ritiene che le prove fornite dalla polizia siano insufficienti e richiedere l'aiuto di esterni per indagare sulla scena di uno degli assassini e presentarsi al processo con prove concrete.
Ricompense
150 Esp
15'000 Jeny

Descrivete come il vostro personaggio viene a conoscenza dell'annuncio in cui Johanna richiede la presenza di guardie del corpo per scortarla sulla scena di un crimine.
Quindi descrivere come il vostro personaggio si reca nello studio dell'avvocato.
 
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Boltzmann
view post Posted on 29/2/2016, 00:00




"Com'è che lo chiamano? Blocco dello scrittore?"

Edward sentiva che era un concetto affine alla sua situazione al momento e descriveva perfettamente come si sentiva: bloccato.
Fermo, immobile. Da giorni ormai.
Con le mani nei capelli, osservava i suoi fogli scarabocchiati a china e si domandava dove avesse sbagliato.

"Forse sono le ipotesi. Si devono essere sicuramente quelle. E' un caso troppo particolare per rientrare nella forma normale..."

Una espressione di sollievo appariva sul suo volto per un secondo, come se riemergesse dal profondo per poi venire sepolta nuovamente da una ferma concentrazione. Lo scricchiolio della penna stilografica era l'unica cosa udibile nella stanza, insieme al respiro pesante dell'uomo. Pochi minuti passarono prima che tutto cessasse, sia lo strumento che colui che lo impugnava erano muti, mentre gli occhi attenti del professore osservavano il vuoto e la mente girava a vuoto per cercare un metodo di completare il ragionamento.
Edward tratteneva il fiato per l'agitazione, e quando se ne accorse rilasciò l'anidride carbonica che aveva accumulato nei polmoni con un sospiro rassegnato e si alzò dalla sedia.

"Niente. Nulla. Cristo."

Girovagava nervosamente per la stanza mentre cercava sovrappensiero il pacchetto di sigarette nel taschino della camicia madida di sudore.
Se ne accese rapidamente una con un fiammifero, riflettendo se gettarlo sul cumulo di fogli che ingombrava la scrivania e liberarsi dall'angoscia.

Erano giorni che era bloccato sullo stesso lavoro, mangiava e dormiva appena, di notte sognava di poter aggirare particolari restrizioni dovute alle leggi naturali e di giungere senza fatica alle conclusioni. Solitamente dopo questo genere di sogni si svegliava tutto sudato e fisicamente appagato.
Era diventata un'ossessione per lui.

"Dov'è la carta? ...Ho finito la carta. Non me ne va bene una."

Aveva qualche considerazione sullo stato fisico della materia nelle condizioni che stava analizzando e doveva annotarsele prima che un colpo di sonno lo cogliesse cancellandole per sempre, relegandole a un ricordo sbiadito.
Lo sguardo nervoso di Edward percorreva gli oggetti della stanza come se fosse un radar, cercando qualcosa su cui riportare le sue annotazioni.
In un angolo si trovava il giornale che si faceva recapitare al suo studio ogni mattina che faceva esattamente al caso suo (era un inguaribile patito dell'informazione cartacea il nostro caro e compulsivo Edward).
Ne strappò una pagina a caso, annotò un piccolo paragrafo sul bordo della pagina e con una puntina lo appese alla grossa bacheca di sughero su cui erano appuntati i materiali e le pubblicazioni su cui stava lavorando.

Soddisfatto, almeno per il momento, si lasciò cadere sulla sedia di legno mentre fissava con sguardo perso il giornale su cui aveva fissato i suoi ragionamenti.
Nello stato di stanchezza e semi incoscienza nel quale si trovava, la sua mente venne catturata da un trafiletto stampato vicino al bordo nel quale aveva preso appunti.

Era un annuncio di lavoro, una cosa che normalmente non avrebbe nemmeno lontanamente impiegato il suo interesse, ma vuoi la stanchezza, vuoi il senso di impotenza e frustrazione dovuto alla sua ricerca, in un secondo Edward seppe cosa fare.

Si alzò, gettando nel posacenere il mozzicone di sigaretta ancora a metà.
Una doccia, un cambio. Un pasto rapido, al massimo.
Aveva circa tre ore a quanto si leggeva dall'annuncio.

_______________________________________________________



L'aria fresca gli accarezzava il viso e gli procurava una piacevole sensazione, mentre camminava con le mani nelle tasche dei pantaloni per le vie della città.
Si sentiva rinato dopo essersi lavato, e nonostante il sole desse fastidio agli occhi poco abituati alla luce di Edward, era a suo agio ora che sapeva cosa fare.

Semplicemente staccare un po'. Osservare il problema da lontano.

"Le più grandi scoperte scientifiche sono state intuite davanti ad un boccale di birra, o durante una partita di calcio. Concentrarsi ossessivamente sul problema rende cechi, preclude una visuale più ampia che potrebbe determinare una soluzione semplice."

Era vero, aveva assistito varie volte a certi momenti di illuminazione di colleghi. Stavano svolgendo attività totalmente scollegate dal loro campo di ricerca, pescando, facendo la spesa, tirando con l'arco. Ma giungeva sempre allo stesso modo: si fermavano di colpo nel bel mezzo di qualsiasi cosa stessero facendo e sorridevano. L'idea arrivava con un sollievo tale che l'espressione parlava da sola: era così semplice.

Controllava i numeri degli edifici sulla via, alla ricerca dell'indirizzo che recitava il pizzetto di giornale che aveva in tasca.
Perchè aveva deciso di presentarsi ad un'offerta di lavoro?
Soprattutto per nulla affine con il suo campo, si trattava di scortare un avvocato, fargli da guardia del corpo.

"Qualsiasi cosa che mi tenga occupato andrà bene. Non voglio pensare a quelle particelle per almeno una settimana."

L'uomo provava una strana forma di gratitudine verso l'avvocato Johanna Proudmoore (si chiamava così?) in quanto l'aveva praticamente salvato da una crisi di nervi, e dopotutto Edward era così esaurito che una cosa stupida come presentarsi ad un colloquio di lavoro per guardie del corpo era di gran lunga una opzione migliore che tornare al lavoro su quelle dannate formule.

-: Ecco qua. Studio dell'avv. Proudmoore.

Disse il fisico mentre leggeva la targhetta in ottone sulla porta di legno massiccio, mentre individuava il campanello da suonare per poter entrare. Una voce lo interrogò al citofono su chi fosse.

-: Edward Nerst, vengo per l'annuncio.

Con un ronzio elettrico la porta di ingresso si aprì, conducendolo ad un elegante ingresso che una volta percorso portava ad un altrettanto elegante studio.
Le pareti del corridoio erano di un blu cadetto, come quelle della sala, e al muro si alternavano quadri di pregevole fattura e librerie in legno di noce, con ripiani stracolmi di testi sul diritto giudiziario o penale.
Fortunatamente Edward aveva fatto in tempo a lavarsi e a rendersi presentabile, altrimenti il senso di disagio sarebbe stato ancora maggiore di quello di una persona che si sta presentando ad un lavoro per la quale non è qualificata e del quale non ha idea siano i requisiti.

"Non sarà così difficile, ho fiducia."

Purtroppo per lui era un teorico, non aveva esperienza sul campo, ben che meno di scazzottate e sparatorie. Forse avrebbe fatto meglio a iniziare.

-: E' permesso...?

Ho dato per scontato che ci fosse permesso accedere allo studio, se non va bene modifico.


Edited by Boltzmann - 1/3/2016, 12:35
 
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view post Posted on 29/2/2016, 15:10

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Enix, qualche giorno dopo aver "risolto" un caso di omicidio, incontrò una ragazza che gli cambiò la vita. Ma qualcosa lo turbava, ed entrò nel primo internet café che trovò e si mise a fare ricerche.

Qualcosa non va, Enix?

Sono sicurissimo che sia stato Oliver... Square?

Sì?

Enix fissò il vuoto. Si guardò attorno, il fratello non c'era.

Non sei alla Square Enix?

Sì, e sono anche qui.

Q-Qui dove?

L'aura di Square si separò dal corpo di Enix e creò un minisquare che si rituffò nell'aura che circondava il corpo del fratellone, all'altezza della testa.

Qui, fratellone.

Enix rabbrividì, ma si distrasse quando trovò ciò che cercava. L'uomo che aveva cercato risultava essere il marito di una donna, che Enix aveva a malapena notato tempo addietro, che aveva messo un annuncio di ricerca di personale.

Uhuhm, potrei farmi assumere dalla moglie per avvicinarmi al marito e farlo confessare!

Geniale!

Enix aggrottò le sopracciglia ed ignorò quella voce, allontanandosi dal café e dirigendosi verso lo studio della signora Proudmoore. Bussò educatamente alla porta e, in caso di permesso di entrare, sarebbe entrato presentandosi e avrebbe ammirato la quantità di libri presente nello studio mentre faceva attenzione a ciò che diceva la signora Proudmoore.
 
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view post Posted on 1/3/2016, 02:51

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Restio nel fare ciò, Alexander dopo mesi di lavori e scontri in Torre Celeste, era tornato nella Repubblica di Padokia. La sua ultima esperienza a York Shin City gli aveva mostrato i propri ridicoli limiti, non era cambiato in nulla, era ancora un debole ragazzino incapace. La sofferta scelta di tornare al Monte Kukuru risultò inevitabile, doveva allenarsi, ed la persona migliore per aiutarlo a migliorare era proprio Akira, ma coincidenza volle che lo Zaoldyeck non fosse nella dimora di famiglia in quel momento, e per aggiungere il danno alla beffa Kazuma informò Alexander che Akira si trovava proprio a York Shin in quel momento, curiosamente interessatosi anche lui ai vari casini che in quel periodo affliggevano la città.

Inutile bastardo, una volta che mi serve non c'è.

Alexander però non volle sprecare tempo, e se non aveva con chi allenarsi avrebbe allora investito il suo tempo per guadagnare qualcosa. Contare sulle carte di Akira non lo confortava per nulla, non voleva avere alcun genere di debito con quel mostro, ma era già troppo tardi, dunque si mise subito alla ricerca di qualche impiego sempre all'interno della Padokia per non allontanarsi troppo dal monte Kukuru.

Una richiesta per delle guardie del corpo attirò l'attenzione di Alexander. Infatti un certo avvocato Proudmoor richiedeva assistenza durante le indagini di un caso al quale era coinvolto. La richiesta per Alexander era uguale come un'altra e quindi senza interrogarsi troppo si diresse verso lo studio dell'avvocato.

Non è precisato se possiamo accedere allo studio ne se all'interno ad attendervi vi sia già l'avvocato, o se vi sia qualche segretario ad accoglierci. In mancanza di precisazioni mi fermo qui spero vada bene.
 
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Shaia
view post Posted on 1/3/2016, 22:17




Si era preso una lunga vaganza che gli aveva permesso di stare un paio di settimane in una località tropicale, sul mare, a sorseggiare cocktail in allegra compagnia. Aveva persino preso un po' di colore, secondo il suo modesto parere, ma in realtà si era solamente arrossato leggermente a causa dell'esposizione prolungata della sua pelle bianca al sole.
Ora, però, era il momento di tornare al lavoro: le sue fonti gli avevano fatto sapere che una giovane avvocato aveva necessità di protezione e di aiuto in una investigazione che stava conducendo per un suo caso. Ad Igor era sembrato un lavoro piuttosto facile e soft con cui reintrodursi negli affari.
Certo, si sarebbe dovuto spostare nella repubblica di Padokia ma, alla fine, non era anche quello l'ennesimo viaggio?
Arrivato nella città segnalatagli si diresse subito all'ufficio, suonò il citofono e aspettò una risposta per salire.
 
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Cilan
view post Posted on 1/3/2016, 23:10




In linea del tutto teorica hai ragione dave, vi sareste dovuti fermare fino al suonare il campanello per lasciarmi descrivere, ma non mi dispiace quello che ha descritto Boltzmann quindi va bene quello che ha scritto lui, in fondo è solo un post introduttivo.
E il suo è anche un bel post introduttivo.

Il gruppetto suonò al campanello di casa Proudmoore. Johanna sentendo che erano arrivati, aprì la porta e disse loro di andare direttamente nel suo studio.
Seguendo il corridoio e attraversando qualche stanza, il gruppo arrivò alla porta dell'ufficio di Johanna.
Quando entrarono la donna era al telefono.
- Ma sicuramente....certo, certo, solo per assicurarmi che sia tutto in regola, ovviamente...No..non metto in dubbio il vostro operato ma...-
Johanna alzò lo sguardo, vide i giovani e fecce cenno di accomodarsi.
- Eh andiamo Sebastian, non faccia il difficile....darò solamente un'occhiatina....Ma se i suoi uomini hanno fatto tutto...lei non avrà nulla da temere...
Grazie...grazie ancora...arrivederci.-
Johanna chiuse la telefonata e guardò il cellulare con aria soddisfatta.
- Scusatemi, ma il Commissario faceva storie per farmi esaminare la scena del crimine. Immagino sarete qui per l'annuncio...ecco, datemi solo un'istante per prendere il cappotto e andiamo subito, vi spiegherò strada facendo.-
Johanna indossò un cappottino grigio fumo sul tailleur blu notte che indossava sempre quando aveva una causa importante. Prima di uscire di casa si fermò davanti allo specchio dell'ingresso per controllare che i biondi capelli raccolti nello chignon fossero a posto. Soddisfatta, fece uscire i ragazzi, chiuse la porta e salì in macchina con i suoi 4 passeggeri. Quindi iniziò a guidare verso Manson Street.
- Scusate i modi un po' bruschi, ma è necessario fare tutto prima che inizi l'udienza, altrimenti ogni sforzo sarà inutile.
Sono Johanna Proudmoore, molto lieta di conoscervi, ma immagino il mio nome già lo sappiate visto che avete risposto al mi annuncio, ah ah-

Johanna quindì schivò una vecchietta che si stava lanciando sotto la sua macchina, presumibilmente per attraversare la strada.
- Questi anziani...si impegnano proprio a farsi tiare sotto...
Comunque, stiamo andando nell'appartamento 27B del condominio Milston, nella Manson Street: è un quartiere piuttosto malfamato, ma quell'appartamento è la scena di un crimine, un insegnante di sostegno è stato ucciso da una banda di assassini, questo è ormai noto.
Tuttavia la polizia si è concentrata solo sul trovare il killer effettivo, senza pensare a chi ha orchestrato tutto.
Tra l'altro...non hanno nemmeno trovato il movente, c'è il rischio che cadano le accuse persino sul presunto sicario...
Certe volte non sanno proprio fare il loro lavoro, ma Sebastian è un mio amico, mi ha concesso di visionare la scena del crimine. E ho portato guanti e sacchetti di plastica per raccogliere altre prove.
Una volta entrati nell'appartamento siate scrupolosi e non toccate nulla senza guanti.
Davvero, o il prossimo omicidio su cui indagheranno sarà il vostro.-

Quindi Johanna rimase in silenzio per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere.
- Ahahah, non ci sarete mica cascati?
Vedete come sono brava a convincere la giuria? Oh cazzo, ho sbagliato strad...ehm, tra dieci minuti arriviamo.-

Dopo quasi mezz'ora il gruppetto scese dalla macchina per dirigersi all'appartamento in questione. L'edificio in cui l'appartamento era situato era di un grigio spento, e in alcuni punti l'intonaco si staccava dal muro. Tuttavia il complesso sembrava stabile e non pericolante, al contrario degli altri edifici del quartiere.
- Penso si possa dire che è il "meno peggio" che ci si può aspettare a Manson Street.- commentò Johanna salendo le scale fino ad arrivare all'appartamento 27B.

Lo spettacolo che il "salotto" riservò a Johanna fu tutt'altro che entusisasmante: il divano sembrava a malapena in grado di sostenere una persona da quanto aveva l'aria traballante e i muri sembravano un incidente stradale tra carta da parati e vernice di colori diversi.
Dopo una rapida ispezione, Johanna notò che oltre a quella stanza principale c'erano anche una cucinina e un bagno (che sostanzialmente era una stanza quadrata con un wc, un lavandino e il box doccia più mal messo che la donna avesse mai visto).
- Date un'occhiata in giro. Sappiate che è stato appurato che l'omicidio è stato commesso quando la vicina di casa del professore, Melany Brahm, è venuta in casa sua per cenare insieme. Melany ha avvelenato la forchetta con cui il professore ha mangiato, presumibilmente senza che questo se ne accorgesse. Cercate qualcosa che possa collegare i due e farci capire il movente.
Al lavoro!-


Libertà assoluta di descrizione per quanto non indicato, ma siate coerenti tra di voi. Cioè se il primo che posta descrive una cosa che anche gli altri la descrivano in quel modo.
 
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Boltzmann
view post Posted on 2/3/2016, 16:28




A quanto pare non era l'unico a essersi presentato per l'annuncio dell'avvocato Proudmoore, altre tre persone arrivarono insieme a lui allo studio; tutti e tre uomini di cui due più giovani di lui, e un altro che poteva benissimo essere suo coetaneo. Uno in particolare dei tre colpì Edward: aveva capelli bianchi e una corporatura piuttosto esile, ma lo sguardo che proveniva dai suoi occhi grigi gli fece gelare il sangue.

Il professore distolse lo sguardo e concentrò l'attenzione sulla figura dell'avvocato, una donna elegante e ben vestita che parlava al telefono con qualcuno che sembrava conoscere, tentando di convincerlo a lasciarle fare qualcosa.
Si accomodò su uno dei divani dello studio dopo il cenno della donna, e aspettò che terminasse la chiamata.

Non disse una parola e mentre attendeva osservò come si comportavano il ragazzo con le cuffie e l'uomo con i capelli biondi e gli occhiali.
Gli ispiravano sicuramente più fiducia del primo, nonostante non sembrassero persone particolarmente interessanti, se avessero dovuto collaborare Edward sperava non fossero un peso per lui.
Dalla telefonata aveva capito che si sarebbero diretti sul luogo del crimine, e così fu.

"Sembra una donna affascinante. Speriamo sappia fare il suo lavoro."

Nonostante Edward fosse un bastardo e arrogante misogino, aveva imparato col tempo che certe affermazioni era meglio tenersele per se stessi, soprattutto se la donna a cui ti riferivi era momentaneamente il proprio datore di lavoro.
Di buon grado accettò l'invito a salire in macchina, si sedette in uno dei sedili posteriori e rimase in silenzio per tutta la durata del viaggio.

Non gli fu richiesto nome, esperienze precedenti con omicidi o altro, fu trattato come un manichino lì per un solo scopo, e a lui stava bene così.
Soprattutto se gli avessero chiesto qualifiche non avrebbe saputo come rispondere dato che si trovava lì dannatamente per caso, e il silenzio non poteva fare altro che giocare a suo favore.

Passivamente ascoltò l'avvocato spiegare la situazione dell'omicidio, per il quale una banda di assassini aveva ucciso un insegnante tramite terzi.
Non era stato trovato movente e mandante, ma sembrava che alla polizia questo non interessasse.

"Presumo che l'avvocato Proudmoore costituisca il pubblico ministero in questo processo.
Non me ne intendo di giurisprudenza ma se i mandanti dell'assassinio hanno a cuore di restare impuniti, potrebbero voler eliminare Johanna per sostituirla con un avvocato d'ufficio certamente più manovrabile e corruttibile.
Dobbiamo stare attenti, considerando che l'udienza è domani."


Osservò le espressioni dei suoi compagni di viaggio, e si immaginò che dovessero esserci arrivati anche loro. Quello per cui erano pagati non era un semplice gioco all'investigatore, era una caccia all'uomo in cui loro erano la preda.

Una volta giunti a destinazione, dopo un lunghissimo tragitto in auto a causa di numerosi errori nel percorso, il gruppo scese dalla vettura e si diresse ad analizzare l'appartamento.
Il quartiere era orribile e Edward poteva notare gli sguardi di diffidenza da dietro i vetri degli edifici limitrofi, ma seguì l'avvocato stando bene in guardia a cosa accadeva intorno a loro.

Nel poco accogliente appartamento aleggiava un odore di chiuso dovuto alla necessaria sterilità di una scena del crimine: nessuno sarebbe dovuto entrare nell'appartamento o modificare la disposizione degli oggetti prima di un giudizio finale del Tribunale, se i cinque avevano avuto l'accesso libero era solo grazie all'insistenza della parte civile e forse a una ricompensa implicita che la Proudmoore aveva lasciato intuire al suo "amico" Sebastian della Polizia.
Probabilmente non era vero, ma il professore era particolarmente diffidente delle donne di bell'aspetto che occupavano posizioni importanti.

Si infilò il paio di guanti di plastica che gli fornì l'avvocato, e si fermò a riflettere sulle sue parole.

"La vicina, eh?
Veleno, arma da donna fino dall'antichità. "


Osservò la stanza accuratamente, mentre comunque ragionava sulle informazioni che mancavano per avere una completa visione dell'accaduto.
Dopo pochi minuti si diresse verso Johanna, per presentarsi e esprimere i suoi pensieri.

-: Sono il dottor Nerst avvocato Proudmoore, ho esperienza in chimica e fisica applicata e teorica.
Prima di tutto, la scientifica ha rilevato il tipo di veleno utilizzato dal sicario? Molti veleni tossici in modeste quantità sono disponibili anche nei più comuni empori, basta pensare al Biossalato di Potassio o all'Idrossido di Sodio.
In tal caso saremmo sfortunati, ma se non fosse così dalla composizione di un veleno più elaborato è possibile scoprire da chi è stato prodotto, e quindi certamente scoprire chi lo ha acquistato e dove.


Fece una pausa, mentre il suo sguardo scorreva sul muro fatiscente.

-: Inoltre prima in auto ha affermato che sostiene che l'omicidio sia stato commissionato da una banda di assassini che hanno usato come tramite la signora Brahm. Supponendo che la sospettata non facesse precedentemente parte della organizzazione, è possibile che l'abbiano ricattata, urge un controllo dei conti correnti della signora e accertarsi della salute dei suoi parenti.
Potrebbero averla pagata per l'omicidio, oppure semplicemente potrebbero aver rapito qualcuno a lei caro per spingerla a fare ciò che le chiedevano, a logica i parenti sono i primi ad andare in mezzo a queste questioni, ma non bisogna tralasciare amanti o simili.


Erano semplicemente deduzioni logiche, Edward non aveva mai avuto a che fare con situazioni del genere. Riteneva però molto plausibile che la natura del veleno potesse chiarire la situazione, bisognava solo sperare che la scientifica avesse fatto rilevamenti accurati e potesse comunicare i dati della biopsia sul povero insegnante.

"Dovrebbero pagarli di più gli insegnanti, guarda in che tugurio viveva."

tldr: Lascio l'analisi dell'appartamento ad altri e mi concentro sul fare domande all'avvocato. Non tocco nulla o faccio nulla se non dare un'occhiata sommaria alla sala.


Edit:
Grazie per la precisazione, é vero che non me ne intendo di giurisprudenza (come il pg dopotutto) e ho editato "parte civile" con "pubblico ministero". Non cambiando comunque le azioni del pg ho lasciato immutato il resto, avevo raccolto informazioni sommarie sui processi penali e non ho approfondito troppo! Spero non sia un grosso problema, scusate


Edited by Boltzmann - 2/3/2016, 20:31
 
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Cilan
view post Posted on 2/3/2016, 18:44




Boltzmann
Giusto per precisare, in un processo civile ci sono le due parti del processo (attore e convenuto), ma in un processo penale ci sono l'imputato e il pubblico ministero.
Poiché è un processo penale, Johanna è il pubblico ministero.
Giusto per precisare, comunque good job per il post.
 
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Shaia
view post Posted on 2/3/2016, 23:16




Non era solo. Igor guardò in maniera molto rilassata i tre uomini che si erano presentati con lui sotto l'ufficio dell'avvocato e con i quali era stato invitato a salire nell'ufficio dalla donna che dopo essersi brevemente presentata li fece tornare nuovamente in strada per poi mettersi al volante e condurli, come avevano avuto modo di scoprire già nell'appartamento, verso una casa in cui era stato commesso un delitto.

"Siamo stati chiamati per difenderla ma non si è minimamente curata di chiederci la benché minima formalità. Ha dato per scontato fossimo qui per difenderla ma non può esserne così sicura o almeno, non posso esserlo io. Speriamo non si faccia ammazzare prima ancora di arrivare a destinazione." - pensò leggermente irritato mentre si trovava sul sedile posteriore. Osservò l'uomo che aveva accanto.

"Ventina d'anni, forse appena sulla trentina. Alto e slanciato.. Non mi sembra un atleta, però.. Magari di questo non ci si deve preoccupare troppo.. L'altro ha un viso conosciuto ma probabilmente mi sto lasciando suggestionare.. Vivo a York Shin e nel mondo ce n'é di gente che si assomiglia"

Dopo un plateale ritardo rispetto quella che era stata la previsione di arrivo dell'avvocato, arrivarono sul posto. Scesero dalla macchina in un quartiere definibile carinamente come fatiscente ed entrarono in uno stabile che sembrava essere messo molto meglio degli altri.
Salirono le scale ed entrarono in un appartamentino decadente.
Igor non fece una piega ma inorridì profondamente: l'avvocato aveva detto che la vittima era un professore, come si poteva spiegare la permanenza in un posto del genere? Fra l'altro, doveva essere stato un uomo anche piuttosto solo considerando che in giro non si vedevano foto o la classica cianfrusaglieria che si trova di solito.

"Non caveremo un ragno dal buco, me lo sento." - considerò mentre attivava il Gyo nella speranza di notare qualcosa in più e mentre sistemava per bene i guanti in lattice che gli erano stati forniti.
Si avvicinò al divanetto e rivoltò i cuscini tastandoli per bene per vedere se magari vi fossero nascosti documenti o un qualche tipo di arma, nel frattempo ascoltò la conversazione intavolata dall'uomo con la barba accanto al quale si era seduto in precedenza.

"Uno scienziato, bene. Potrebbe tornare utile. - considerò - l'altro che intenzioni avrà?" - concluse guardandolo per un secondo per poi rimettersi al lavoro.

Finito col divano, si sarebbe spostato a guarda sotto il tavolino nelle ceste ivi allineate ed in ogni caso avrebbe detto:

"Comunque, io sono Igor, piacere. Non per aggiungere domande a quelle già poste ma questa non posso esimermi da porgergliela: qual è il collegamento che la porta a credere che questo delitto sia connesso alla serie di omicidi su cui sta indagando? Venire fin qui, considerando che il nostro primo obiettivo è la sua incolumità, è un grande rischio."
 
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view post Posted on 5/3/2016, 14:11

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Johanna spiegò brevemente la situazione e portò i suoi accompagnatori in un appartamento, non prima di aver guidato in maniera spericolata.

Scommetto che metà dei soldi guadagnati li spende per pagare multe e affini.

Ahahah

Enix passò il resto del viaggio a guardare fuori dal finestrino, stranito. Arrivati nell'appartamento, la donna chiese ai ragazzi di trovare indizi che potessero collegare vittima e assassino. I suoi colleghi iniziarono a presentarsi, e il ragazzo decise di fare altrettanto.

Sono Enix Jupiter e non sarò di particolare utilità, ho accettato l'incarico perché conosco Johanna, ci siamo incontrati mentre... durante un altro tipo di indagine.

Enix pensò che sarebbe stato meglio non toccare tasti dolenti in modo diretto, quindi concluse con relativa fretta la propria affermazione. Infilò i guanti e decise di non porre domande, ma di ascoltare le risposte mentre cercava cassetti da aprire alla ricerca di fogli o documenti vari.
 
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view post Posted on 5/3/2016, 16:52

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Alexander non fu il solo a presentarsi nell'ufficio dell'avvocato, altri tre uomini si presentarono e tutti erano degli sconosciuti per il ragazzo. Disinteressato riguardo essi procedete verso lo studio ignorandoli. L'avvocato, persino più disinteressata di Alexander, non chiese nulla ai quattro sulla loro identità o altro, anzi in modo sbrigativo invitò i volonterosi li presenti a seguirla in quella macchina infernale che lei chiamava automobile. Alexander fu il solo a sedersi davanti come passeggero, e mentre si diressero Johanna ne approfittò per spiegare brevemente il motivo del loro compito. Alexander però

Tanti problemi per un morto,certo che il killer deve essere proprio un idiota per lasciarsi prendere così facilmente.

Dopo infinito tempo perso all'interno della vettura a causa del pessimo senso d'orientamento di Johanna, il gruppo giunse alla dimora della vittima. L'abitazione era spoglia, con una povera mobilia, una catapecchia insomma. Johanna si infilò per prima chiedendo ai presenti di aiutarla con le ricerche, ma Alexander non volle entrare nell'abitazione.

Sono qui per fare da scorta, non da detective.

Lo Zaoldyeck comunque non pote fare a meno di domandarsi cosa volevano trovare di particolare nella casa della vittima per rintracciare i mandanti dell'omicidio, per questo era preferibile ispezionare direttamente la casa del killer, che essendo la vicina di casa, l'abitazione di quest'ultima poteva essere la porta accanto così come quelle dei piani vicini. Senza mettere piede nell'abitazione Alexander chiese a Johanna quale fosse la casa dell'omicida.

Questa vicina di casa, in quale delle abitazioni di questo impianto viveva?
 
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Cilan
view post Posted on 5/3/2016, 17:38




Ho cambiato l'ordine temporale delle vostre domande perché in alcuni casi le risposte si sovrapponevano, quindi sarebbe stato strano per Johanna rispondere due volte la stessa cosa a distanza di minuti.

I suoi aiutanti si presentarono uno dopo l'altro. Il primo a farlo si rivelò essere un dottore, che iniziò a blaterale parole piuttosto incomprensibili per un avvocato.
- Oh, un dottore, che fortuna! Molto lieta!
Ehm...in realtà la scientifica non è stata in grado di rilevare che sostanza fosse quella trovata sulla forchetta. E' stata dimostrata la sua tossicità, ma i tecnici di laboratorio hanno blaterato qualcosa come "Lo spettrometro di massa è impazzito", e cose del genere.
Il che è molto strano, di solito mi sanno sempre dire con che sostanza tossica abbiamo a che fare. Beh, poco male.-

Quindi si presentò un altro dei suoi collaboratori temporanei: questi disse di chiamarsi Igor e mise in guardia Johanna dal fatto che si trovasse in un posto molto pericoloso e ciò avrebbe potuto ledere la sua incolumità.
- Apprezzo la premura, davvero, ma la risoluzione del caso è troppo importante. Non possono passarla liscia.- Johanna strinse i pugni.
- Sono sicura che sia collegato ad altri omicidi perché hanno tutti un modus operandi simile: vengono avvelenate posate o utensili da cucina delle vittima che si vuole uccidere. Il tipo di veleno varia, ma in ogni caso sembra essere sempre coinvolta una donna, che in ogni caso assume un'indentità nuova. Inoltre, dopo ogni omicidio la donna sembra svanire nel nulla. Letteralmente.
In questo caso il nome falso è quello di Melody Brahm.
Gli omicidi precedenti sono stati commessi in due ristoranti e in una villa nelle vicinanze di Padokia.-

Quindi una faccia nota si presentò: Johanna riconobbe subito Enix.
- Ciao Enix...grazie ancora per l'aiuto con l'ultima indagine, l'ho apprezzato davvero. -
Quindi il professore riprese per chiedere informazioni circa la signora Brahm e anche l'ultimo collaboratore (rimasto fuori dalla porta) domandò quale fosse l'abitazione della vicina.
- Siamo piuttosto sicuri sia stata lei. Non esisteva nessuna signora Brahm fino alla settimana scorsa, quando ha iniziato ad abitare nell'appartamento 27A, proprio qui di fronte all'ingresso del 27B. Ha scassinato la serratura e ha iniziato ad abitare l'appartamento che altrimenti sarebbe dovuto essere disabitato.
Nessuno nel vicinato racconta di averla vista, praticamente si è nascosta da tutti per qualche giorno, per poi farsi invitare a cena dal professore in modo da ucciderlo.
Infatti nessuno sapeva che Melody abitava nel 27A, siamo riusciti a scoprilo dal diaro del professore, nascosto sotto il divano.
A sostegno di questa tesi c'è il fatto che l'appartamento è stato completamente ripulito, da impronte e polvere: l'assenza di polvere in un appartamento vuoto da mesi ha mosso dei sospetti.
Comunque se ritieni sia il caso di andare a controllare l'abitazione di Melody fai pure,la porta è aperta, ma l'appartamento di per se è vuoto.-




Enix si imbatté in un comodino i cui cassetti erano pieni zeppi di libri e fogli sparsi. Sui fogli c'erano gli appunti più disparati, da "Andare a comprare il latte" a "Cercare il libro di pedagogia". Tra i libri, oltre al sovracitato libro di pedagogia c'erano anche "Moby Dick", "L'assistenza a bambini diversamente abili", "Interazioni con persone psicolabili", "L'arte della parola", "Focose notti passoniali" e "Manuale di assemblaggio di un tavolino Ikeo".
Quindi capitò in mano ad Enix quelli che sembravano essere delle brutte copie di poesie, principalmente sonetti. Tuttavia nei cassetti non sembrava esserci un taccuino che contenesse la bella copia di quelle poesie. I toni erano piuttosto tetri e malinconici.

Altro giro di indagini!
 
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Shaia
view post Posted on 8/3/2016, 00:28




Igor disattivò il Gyo infastidito mentre riponeva l'ultima cassa sotto al tavolino. In quella casa non sembrava esserci davvero nulla di interessante, apparentemente era solo la classica abitazione di uno scapolo non particolarmente ricco o dotato di interessi fuori dal comune.

"L'assassina è riuscita a fuggire anche questa volta, vero? - disse rialzandosi e guardando i presenti, leggermente più rassicurato sulle loro identità ma non ancora totalmente convinto - Ma soprattutto.. Quali ragioni potrebbero stare alla base di questo omicidio.. È una casa piuttosto comune e se qualcosa faceva da collegamento con la società di assassini, probabilmente è stata già ripulita dagli stessi. Di certo non abbiamo a che fare con dei principianti.. Il veleno, per quanto mi riguarda, potrebbe anche essere di origine non proprio chimica- aggiunse glissando un po' la voce e pensando alle capacità di qualche nen user - "Potrebbe essere possibile visionarlo? Probabilmente mi basterebbe già solo visionare la posata dell'omicidio.. Certe cose le capisco con uno sguardo.."

Finito di parlare si sarebbe spostato nella stanza da letto e avrebbe iniziato ad aprire tutti i cassetti che avrebbe trovato sul suo cammino controllando bene sopra e sotto gli stessi per essere sicuro non ci fossero doppi fondi. Poi sarebbe andato alla ricerca di qualsiasi libro.
Per ogni evenienza riattivò il Gyo. Voleva essere sicuro di trovare ogni possibile traccia.
 
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view post Posted on 8/3/2016, 23:58

Double hunter

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Enix iniziò a cercare in un comodino i cui cassetti erano pieni zeppi di libri e fogli sparsi. Lesse alcuni appunti: "Andare a comprare il latte" a "Cercare il libro di pedagogia". Tra i libri, oltre al sovracitato libro di pedagogia c'erano anche "Moby Dick", "L'assistenza a bambini diversamente abili", "Interazioni con persone psicolabili", "L'arte della parola", "Focose notti passoniali" e "Manuale di assemblaggio di un tavolino Ikeo".
Quindi capitarono in mano ad Enix quelli che sembravano essere delle brutte copie di poesie, principalmente sonetti. Tuttavia, per quanto Enix cercasse, nei cassetti non sembrava esserci un taccuino che contenesse la bella copia di quelle poesie. I toni erano piuttosto tetri e malinconici.

Uh vorrei tanto leggere la remastered di questo taccuino...
Beh non era un tipo molto ordinato, qui c'è scritto di andare a prendere i llibro di pedagogia, ma questo libro c'è qui. Non ha fatto in tempo a cancellare la voce dalla lista? Vuol dire che il libro è abbastanza recente...


Poi disse:

Uhm... Johanna? Siamo a conoscenza delle relazioni sociali della vittima? Tipo che so... un bambino disabile? Ho ragione di credere che avesse appena trovato un libro sulla pedagogia, quindi ciò mi fa pensare che anche gli altri libri riguardo i bambini disabili siano piuttosto recenti.

Ehi Enix... se ti dicessi che i libri sui bambini li ha comprati dopo aver apprezzato "Focose notti passionali", cosa penseresti?

Enix tentò ancora una volta di ignorare le voci nella sua testa.
 
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view post Posted on 9/3/2016, 03:29

Yeah Science, Bitch!!

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Johanna con pazienza rispose a tutti i ragazzi, riguardo la domanda di Alexander spiegò come la vicina in realtà non esistesse nemmeno per la società e di come non avesse lasciato nulla sull'appartamento riconducibile a lei. Altre domande sorsero nella mente del ragazzo, chi era questa vicina realmente? Se era stata così brava nel ripulire il tutto ed a fare tabula rasa di tutto ciò che la riguardava, come hanno fatto ad arrestarla ed ad imputarle l'omicidio? Era davvero lei il killer? Nel mentre Johanna insisteva con il cercare indizi e quant'altro. Alexander però non ne voleva proprio sapere si mettersi li, con guanti alle mani, a frugare fra la roba di un morto, seccato si congedò brevemente preferendo uscire dall'edificio.

Io vado giù a fumare.

Alexander scese con calma le scale seppure notevolmente irritato dall'intera faccenda.

Ma che cazzo ha chiamato a fare delle guardie del corpo questa, se quello che gli servivano erano degli stupidi lacchè. Ho sprecato il mio tempo venendo qui. Speriamo almeno che si sbrighino.

Salvo impedimenti Alexander scende al piano terra e si fuma una sigaretta.
 
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