Il suono di passi si faceva via via sempre più vicino, tanto da sembrare praticamente subito dietro la porta, ed Eve doveva ancora riuscire a liberarsi l’altra mano; la mente del ragazzo stava già preparandosi a viaggiare in luoghi oscuri del subconscio per potersi proteggere da tutte le cose “orribili” che Lucy e Murriel avrebbe fatto al suo corpo quando, però, i passi smisero di produrre rumore per un tempo che al ragazzo parve infinito.
Qualcosa di ignoto aveva fatto desistere la persona nel corridoio dal continuare la sua “terrificante” marcia verso la “camera di tortura” e, sempre inspiegabilmente, aveva fatto sì che quella persona girasse i tacchi e ritornasse da dove era venuta.
Eve interpretò quel gesto come un “messaggio divino”, e senza esitare ulteriormente, si rimise in azione per liberare la mano.
L’operazione richiedette più fatica e dolore della volta precedente, ma ora almeno Eve era libero di muoversi un po’ di più rispetto a prima.
Con la nuova mano libera, Eve riusci a raggiungere senza problemi il comodino che si trovava vicino al letto e, con qualche sforzo in più, ad aprirne il cassetto senza far cadere la roba postaci sopra.
Ravanando furiosamente all’interno del cassetto Eve trovò le cose tipiche per un “alberghetto”: volantini pubblicitari e un “libro sacro”.
Nel muovere alcune delle cose all’interno del cassetto, Eve senti un rumore di un qualcosa che vi cadeva dentro.
Cercando di afferrare tale oggetto prima direttamente con la mano e poi aiutandosi con un qualche volantino per avvicinarlo, Eve riuscì in un qualche modo a portarlo abbastanza vicino al bordo del cassetto, dove con un ultimo piccolo aiuto, riuscì infine a tirar fuori un piccolo oggettino di metallo.
Con sua somma felicità, l’oggetto estratto altri non era che una piccola chiave e, con una fortissima speranza, il ragazzo provò immediatamente a provare ad aprire le rimanenti due manette con questa.
La chiave risultò essere proprio quella che apriva le manette e, dopo essersi finalmente liberato, Eve si diede alla fuga da quella camera maledetta.
Non appena i piedi toccarono il pavimento, una fortissima fitta di dolore percorse l’intero corpo del giovane, che per poco non cadde al suolo quando fregandosene di quel male, tentò di alzarsi dal letto.
Pur muovendosi lentamente, a fatica e dolorosamente, Eve riuscì in qualche modo a portarsi fuori dalla camera da letto, ma ora sopraggiungeva un nuovo problema: da che parte andare?
Se il ragazzo si fosse diretto verso le scale, sarebbe potuto inciampare e cadere rumorosamente, facendosi certamente notare; altro problema sarebbe stato l’incontrare qualcuno che era diretto al secondo piano della casa per “divertirsi”.
Dall’altra parte invece l’unica via di uscita era rappresentata da una finestra posta in fondo al corridoio in mezzo alle altre due porte del pianerottolo.
Le condizioni di Eve, che già non erano adatte a camminare, sicuramente lo erano anche meno riguardo al gettarsi, o calarsi, giù da una finestra. Anche se questa era la sola via di scampo che rimaneva al ragazzo.
Che culo!Nel dire ciò, una fitta al sedere di Eve si fece sentire.
Eve provò ad avvicinarsi ugualmente alla finestra; almeno per constatare che fosse possibile aprirla e su cosa dava.
La finestra risultò apribile e con un occhiata al di sotto, Eve scoprì che gettandosi sarebbe atterrato sull’orto della locanda; che con qualche fortuna avrebbe avuto un buon terreno morbido che avrebbe attutito la caduta.
Per sicurezza il ragazzo tentò di aprire anche le altre due porte del pianerottolo, trovandovi dietro una il bagno mentre l’altra…..
allora:
quando lo scritto qualche giorno fa, non mi ricordavo della porta di fronte alla "mia" camera. quindi lo trascurata e non ho avuto voglia di riscrivere^^.
il finale aperto lo messo perche così mi dici se questa porta vicino alla finestra si apre e in caso anche cosa/ chi ci trovo dentro.
inoltre scusami questo enorme ritardo, ma come detto o avuto problemi con la connessione
MODIFICA:….risultò essere chiusa a chiave.
Eve ora non sapeva quasi che fare. L’idea di saltare lo spaventava in molteplici modi, e quella di usare le scale anche di più.
Eve si vedeva oramai spacciato in ogni sua possibile “via di fuga” per cui pensò a un qualcosa di nuovo.
Il ragazzo avrebbe lasciato aperte sia la finestra che la porta della sua precedente camera per poi nascondersi all’interno del bagno con la speranza che una delle due matte non ci avrebbe guardato dentro quando scoperta la sua mancanza; fatto ciò, non appena Eve avrebbe sentito rumore di passi davanti alla porta del bagno, con un violento colpo avrebbe aperto la porta e, arrivando alle spalle della persona che vi sarebbe stata fuori, l’avrebbe “immobilizzata” torcendole un braccio dietro la schiena e portandole inoltre la mano alla bocca così da non farla urlare.
Se tutto ciò fosse andato a buon fine, il ragazzo avrebbe sussurrato all’orecchio delle sua vittima parole che l’avrebbero aiutata a capire che ora era il suo turno di divertirsi; finendo con il trascinare il corpo della donna all’interno della “sua” camera dove si sarebbe auto-ammanettata.
Il piano di Eve consisteva praticamente nello unirsi al “gioco” di Lucy e Murriel, ma non solo come vittima.
Edited by Etopen - 27/1/2016, 00:56