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Cadoota Leebera [Contest Screettura]

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view post Posted on 15/8/2015, 14:20

Double hunter

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Questa storia è ambientata in un universo nel quale esiste un pianeta sul quale hanno inventato un dispositivo il cui utilizzo sarà chiaro alla fine.
Su questo pianeta vivono duecentotredici milioni e quattrocentotrentamila persone circa. Uno di questi so chiama Euscemo, e vuole suicidarsi. Per i meno perspicaci, spiegherò di seguito il motivo della sua depressione.
Euscemo ha un fratello gemello, i genitori scelsero i nomi dei figli in seguito a un test: Presero i figli -appena nati- e li misero a giocare a un gioco per Neo-Geo. Uno dei due perse dopo dieci secondi. Venne chiamato Eugenio. Sull'avventura videoludica dell'altro verrà ora steso un velo di mistero che verrà svelato alla fine di questa storia.
Ed eccoci qui, dopo la digressione, a parlare di Euscemo, aspirante suicida. Ha scelto un modo simpatico per suicidarsi, buttarsi su da un monte. Lui vive sul picco più alto del Monte Mondo, un monte così alto da superare lo strato influenzato dalla forza di gravità del suo pianeta. Di conseguenza non c'è neanche aria respirabile, ma quella non c'è neanche in superficie: gli abitanti di questo pianeta possono infatti sopravvivere nel vuoto. Euscemo è una persona abbastanza fortunata sotto questo punto di vista: vive in un posto dove si può vivere un'esperienza unica: salire un monte facendo sempre meno fatica durante la scalata, fino a galleggiare sulle rocce. Ma questa è l'unica fortuna che può vantare.
Per far capire ai lettori perché la sua voglia di suicidio è comprensibile non basterebbe un libro intero, quindi prendetelo per giustificato a priori.
Ed eccolo, salta.
Il suo sarà un lungo viaggio.
Può sopravvivere nel vuoto e a temperature estreme che vanno dai 4,8 gradi Kelvin ai 3'672 gradi centigradi.
La sua razza inoltre può sopravvivere per secoli senza mangiare, ed Euscemo si è ingozzato senza ritegno prima di suicidarsi.
I primi quattrocento minuti di suicidio sono interessanti: il monte che si allontana e diventa sempre più piccolo fino a diventare un puntino in mezzo all'arancio intenso che è il pianeta visto da lontano. Già, una palla arancione con strisce gialle e rosse. C'è da specificare che il pianeta Mondo si trova nella fascia abitabile della sua stella, quindi a ben otto minuti luce (famosa sottomisura del più famoso Anno Luce) di distanza.
Euscemo osserva esterrefatto lo spettacolo offertogli dall'altitudine a cui si trova, e capisce che in fondo i suoi problemi, per quanto siano abbastanza gravi da non consentirgli una vita vivibile sul suo pianeta, sono in realtà insignificanti in confronto all'immensità dell'universo. Ed ecco, viene tamponato con veemenza da un'astronave che passava di lì. Euscemo inveisce contro i piloti, uno di loro si affaccia per scusarsi ma gli si gonfia la faccia, gli esplodono i bulbi oculari e gli scoppiano tanti tumori sulla pelle. Evidentemente non è un Mondese (Razza tipica del pianeta Mondo) e ha sofferto degli effetti che hanno su un corpo simile a quello umano il vuoto e i raggi solari nel vuoto.
Euscemo assiste allo spettacolo e pensa al nome che i suoi genitori avrebbero dato a quel pilota. Ride, ma poco.
Il tamponamento gli ha cambiato la traiettoria e lo ha anche reso più veloce, quindi l'arrivo della morte è stato anticipato. Euscemo ne è felice, e sorride. Si osserva attorno e pensa: conclude che la sua traiettoria e quella di un meteorite che si trova lì vicino non si incrocerebbero mai. L'impatto è tremendo. Tanto tremendo da creare uno sbalzo temporale che iniziò ad ambientare la storia nel passato. Euscemo ne fu sorpreso tanto quanto l'abitante del meteorite, che ora avrebbe dovuto aspettare anni per poter andare dalla sua fidanzata con cui avrebbe avuto l'appuntamento dieci minuti dopo al minuto prima dell'impatto. E, giustamente, ciò fece inalberare l'essere, che uscì dal meteorite e le diede di santa ragione al povero Euscemo che, poveretto, voleva essere vittima di suicidio e non di omicidio. Fortunatamente l'essere si stancò di pestarlo prima che il nostro protagonista potesse morire, e lo scagliò lontano. Ciò riportò Euscemo a viaggiare nel vuoto. Ciò gli fece ricordare una cosa... una cosa abbastanza vaga da poter essere definita solo con il vocabolo "cosa"... Tutto gli fu più chiaro quando vide il suo corpo vagare nel vuoto davanti a lui. Eh già, lo sbalzo temporale lo aveva mandato indietro di un anno e due mesi. Un anno e due mesi prima, infatti, Euscemo aveva già provato a suicidarsi nello stesso modo ma non se lo era ricordato fino ad ora, chissà perché. Poi vide il vecchio Euscemo essere travolto con grande impeto dal Cuore D'Oro e precipitare dritto verso il suo pianeta. E tutto fu più chiaro. Eventualmente, Euscemo impattò anche con un planetoide, e rimase lì fino alla fine dei suoi giorni perché la superficie era piatta ed Euscemo non aveva abbastanza forza per saltare oltre il suo campo gravitazionale.
Fine.

La recitazione di Euscemo è stata grandiosa e le sue espressioni facciali si adattano molto alle doti del regista.

Scritto da cellulare, scusate tli errori
 
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