Ace N.D. |
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| Spazzolava, spazzolava. Inerme e inerte, spazzolava spazzolava. L’uomo aveva una nuca dove erano cresciuti solo alcuni ciuffi di capelli. O meglio, ricresciuti… si perché questi ritrovati futuristici hanno sempre una qualche clausola con asterisco scritta con quattro punti in “Calibri”. Ma lui pensava:
E a me che me ne frega a me!
Eccolo infatti che spazzolava e spazzolava i capelli con la sua spazzola dal color giallo tendente al nero tendente al marrone.
Ehi! Tu, tocca a te. Sul palco.
L’uomo sobbalzò preso alla sprovvista da una voce alle sue spalle.
Ma non c’è un palco.
Sisi, fai come vuoi. Basta che vai.
Così l’uomo si alzò, sì perché era seduto. Iniziò ad incamminarsi per quel buio corridoio verso la luce, luce artificiale di un riflettore troppo caldo per quella giornata estiva di primavera.
Ecco finalmente il nostro ospite! Prego, si accomodi.
Sembrava un’intervistatrice televisiva trentenne: invece era solo l’attrice con cui lavorava da ormai venti anni, nella stessa compagnia teatrale da ventidue anni.
Un profondo respiro.
Si, buonasera.
Si inchinò verso gli spalti pieni di gente incuriosita e malvagia. C’erano anche tre o quattro bambini che giocavano con i loro ritrovati tecnologici.
Bip.
Un suono meccanico in lontananza e l’uomo sospiro profondamente, per poi sedersi sulla nuova sedia imbottita al centro del palcoscenico. Proprio accanto vi era una donna di quarantasei anni e tredici giorni, che lo guardava con occhi spalancati pieni di malinconia. L’intervistatrice prese di nuovo la parola.
Bene, ora tua moglie illustrerà le sue rivelazioni.
Aspettò un applauso per niente spontaneo.
Saranno molto scottanti immagino!
La donna quindi annuì e iniziò il suo monologo evitando di guardare suo marito ulteriormente.
Bhè, io in realtà non sono tua moglie… sono un cavallo.
Da dietro la schiena tirò fuori la sua mano destra e mostrò una maschera da cavallo che indossò al volo.
Ohhhhh.
“Il pubblico”.
Bèh, in verità non sono nemmeno un cavallo… sono una spazzola.
Le luci del teatro si spensero e il completo silenzio ricoprì ogni particella di aria.
Spazzolava, spazzolava. Inerme e inerte, spazzolava spazzolava. L’uomo aveva una nuca dove erano cresciuti solo alcuni ciuffi di capelli. O meglio, ricresciuti… si perché questi ritrovati futuristici hanno sempre una qualche clausola scritta con quattro punti in “Calibri”.
La clausola in questione era questa: "Sempre la solita recita, sempre la solita spazzola."
Tu, sì proprio tu. Spegni la tv che la pubblicità è finita. E sappi che quegli attori lavorano ancora, sottopagati ovviamente.
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