| “Andiamo..andiamo..non è il caso di allarmarsi...magari si tratta di semplici esercizi individuali..niente scontri, niente lotta..guarda quello li dannazione! un solo suo braccio sarà pesante quanto il mio intero corpo.....”
Arthur stava iniziando ad agitarsi sul serio. Più il tempo passava e più la rassegnazione al fatto di non poter sfuggire da quella situazione si faceva pressante. Per evitare di scoppiare in una crisi nervosa, decise di alzarsi, fare un profondo respiro e dare un occhiata alla struttura esterna dell'edificio: sembrava essere composto da diversi blocchi, dovevano evidentemente esserci un gran numero di stanze all'interno, con all'interno molte sale ed uffici e....non ebbe il tempo di continuare quel flusso di pensieri, che fu bruscamente interrotto da una vibrazione intermittente che sembrava provenire dalla sua tasca.
“Il cerca-persone! Avevo quasi dimenticato di averlo!”
Una volta estrattolo dalla tasca, Arthur notò una serie di numeri e lettere comparire sullo schermo H-80 al 3° piano Era la sua chiamata. Lo aveva capito. Si sistemò la camicia, si passò una mano tra i capelli e si diresse a passo deciso e sguardo fisso verso l'ascensore della Hall, destinazione: terzo piano. Una volta arrivato, Arthur si guardò intorno: una serie di porte con ai lati una lettera ed un numero si estendevano per un lungo corridoio.
“H-50, H-64 , H-78, H-80! Ci siamo”
Prima di aprire la porta, posò il suo orecchio contro di essa, trattenendo il respiro in modo tale da poter percepire meglio che poteva, i suoni provenire dall'interno. Ma nulla. Sembrava essere una stanza vuota. Uno strano brivido percorse lungo la sua schiena. Schiaritosi la voce e afferrata la maniglia, Arthur l'apri completamente e subito venne investito da una forte luce proveniente dall'interno. Dopo un attimo di spaesamento, il ragazzo si rese conto che non vi era alcuna luce abbagliante all'interno della stanza, bensì ma aveva solo muri , pavimenti e soffitto di un luminosissimo bianco. Quell'ambiente così candido era smorzato dalla presenza di due figure, poste proprio al centro di quella stanza: un uomo ed una donna. Il primo, l'uomo, nonostante inziasse ad essere avanti con l'età , manteneva una postura solida, come se ancora avesse molta energia, mentre l'altra, la donna era decisamente più grande di Arthur ma comunque molto giovane. Il ragazzo rimase particolarmente rapito dalla giovane, la quale faceva sfigurare completamente la figura dell'uomo grazie alle sue curve decise e il suo seno abbondante. Come se avesse risposto ad un attonito comando, la donna si diresse a passo svelto verso di lui allargando un sorriso che scoprì dei denti forse più candidi della stanza nella quale si trovava. In un attimo Arthur si trovo avvolto dalle braccia della donna, la quale lo stava stringendo abbastanza forte da far sentire perfettamente la pressione del seno sul suo petto. Arthur impiegò diversi secondi a riprendersi dall'avvenimento e solo allora si accorse che la donna gli stava parlando.
"Ohh che piacere incontrati! Io sono la dottoressa Vinyard, spero che ci aiuterai con la nostra ricerca."
“E questo accento? Non è di queste parti. Di che ricerca sta parlando? E Perché quell'abito le stringe così tanto il seno?!”
"Io sono il dottor Yoshimura, dottoressa Vineyard esponga il nostro esperimento al giovane."
Arthur distolse lo sguardo dalla donna e guardò l'uomo, il quale mostrava visibilmente dell'imbarazzo a causa del comportamento irruento e poco professionale della sua collega.
Esperimento?
Oh giusto! Scusaci se siamo veloci ma avrai visto quanta gente c'è fuori. Tu sei qui per sostenere un test e qual'ora tu sia in grado di superarlo verrai ammesso all'accademia. Il Test consiste nell'apertura degli Shoko nel tuo corpo per permetterti di sviluppare velocemente un controllo del Nen, se ci riesci potrai continuare con il Test. Il Nen è una forza che si trova all'interno di ogni corpo, ma sono poche le persone capace di controllarlo! Noi alla Facultas abbiamo l'obbiettivo di trovare queste persone ed istruirle al nen, il nen ti permetterà di fare cose impossibili per una persona normale e facendo questo test all'interno della nostra struttura non vai incontro a nessun rischio per l'apertura forzata degli Shoko. Non abbiamo molto tempo e so che sarai confuso dalle mie parole ma sono certo che non mi dirai di no vero? Dopotutto ti fidi me giusto?
Detto questo, la dottoressa, con gesto repentino , afferrò le mani di Arthur portandole al petto. Arthur arrossì completamente ed abbassò lo sguardo, visibilmente in imbarazzo. Costa stava succedendo? Cosa volevano fare? Perché le sue mani erano sul seno di una ragazza?! Tentando di mantenere il sangue al cervello, sempre con lo sguardo basso chiuse gli occhi e pensò:
"Il nen?... non ho mai sentito questo termine prima d'ora. Aprire gli Shoko? Una forza che si trova all'interno di ognuno di noi? Fare cose impossibili...FARE COSE IMPOSSIBILI? Cosa sta succedendo? Non dovrò affrontare un combattimento? Il suo sen....allora, allora..analizziamo la situazione: Devo sostenere un test...per far si che il mio potenziale venga fuori. E una volta liberato? Come lo impiegheranno? E poi..perché vogliono che io liberi il mio potenziale? ..c'è qualcosa che non quadra qui. Se è la Facultas ad approvare tutto questo ci dovrà pur essere una liberatoria o un contratto da firmare..magari li..”
Arthur aprì gli occhi e alzò lo sguardo, il volto della donna era molto carino, sentiva una certa difficoltà nel sostenere lo sguardo, però riuscendo a mantenere il contatto visivo ( e continuando a tenere la mano sul seno nonostante la ragazza avesse allentato la stretta) disse:
"Ammetto di essere confuso. Non so a cosa vi riferiate con Nen , gli Shoko o con il “ liberare le mie potenzialità”.Immagino però che per convalidare la mia partecipazione abbiate qualcosa da farmi firmare, giusto? Vorrei prenderne visione al fine di prendere una decisione definitiva."
Il volto della donna si illuminò.
"Ma certamente! Vieni da questa parte! "
La dottoressa, sempre tenendo la mano stretta , lo trascinò letteralmente alla scrivania posta dietro il dottore e alla quale Arthur non aveva fatto caso prima di quel momento. Una volta davanti ai fogli , si vide porgere una penna dalla donna e tentando di non cadere nel suo sguardo, scansò leggermente la sua mano.
"Non così in fretta, vorrei leggere prima con cosa abbiamo a che fare. " Disse in tono deciso.
Ma non servì a molto. Anche dopo averlo letto non riuscì a capire molto più di quello che gli aveva già spiegato la dottoressa, più alcune clausole sul trattamento dei dati personali ai quali non fece particolarmente caso. Anche se con estrema riluttanza, Arthur si vide costretto a firmare, augurandosi in cuor suo che questo inferno finisse il prima possibile.
Edited by Homunculus Nell'Ampolla - 16/3/2015, 12:03
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