Ancora albeggiava quando Zantiln si destò, tutt’altro che riposato. Quella notte era stata lunga ed insonne: il pensiero dell’imminente partenza lo aveva tenuto sveglio a forza, costringendolo a meditare sulle fatiche e le difficoltà che di lì a poco avrebbe dovuto affrontare. Una serie di interrogativi, inoltre, lo perseguitava: perché proprio lui si era offerto di liberare il paese dalla famigerata chimera rossa? Cosa ne avrebbe ricavato? Possibile che fosse stato solo il brivido dell’avventura a fargli prendere delle simili decisioni?
Quando quella ragazza ha reagito in quel modo ho provato emozioni insolite. Non sento alcun tipo di attrazione, eppure perché ho sentito l’impulso di aiutarla? Dubito che mi abbia fatto un sortilegio di qualche tipo perché, prima che mi offrissi volontario, non mi aveva degnato di uno sguardo. E poi non avrebbe potuto stregare quattro menti contemporaneamente. Possibile che mi sia ammorbidito a tal punto di rischiare la mia vita per qualcun altro?Così pensando, Zantiln si apprestò a sciacquarsi la faccia ed indossare i suoi soliti indumenti, per poi con gli altri volontari. I quattro si misero quindi in marcia, procedendo in direzione della torre in cui viveva il Signore degli Aspetti.
Chissà se questo tizio sarà realmente in grado di darmi i poteri che desidero… Non ho sentito cosa vorrebbero diventare gli altri, ma credo che lo scoprirò una volta che saremo arrivati. Spero solo che il Signore degli Aspetti sia un mago e non un truffatore in combutta con la ragazza della locanda, cosa molto più probabile.Man mano che i viaggiatori proseguivano per il sentiero che era stato loro indicato, la vegetazione diventava sempre più fitta: radici enormi rendevano la marcia sempre più difficile, cespugli pieni di bacche costeggiavano la strada e foglie di tutte le forme e dimensioni impedivano ai raggi del sole di raggiungere il sottobosco.
Che luogo magnifico.Pensò Zantiln, osservando meravigliato tutto ciò che lo circondava, mentre uno strano calore gli pervadeva le membra. Inutile dirlo: il giovane si sentiva veramente vivo solo quando entrava a stretto contatto con la natura; selvaggia, inarrestabile e perfetta natura.
Quella sensazione di tepore, simile a quella che si provava quando ci si avvolgeva in delle coperte già calde, durò per diverse ore, tanto che il diciassettenne parve dimenticarsi dei suoi compagni di viaggio. Tutto ciò che gli interessava in quel momento si trovava intorno a lui e per nulla al mondo avrebbe rinunciato a quel divino piacere.
Sfortunatamente, però, tutti i bei sogni hanno una fine e quello di Zantiln non fa certo eccezione. Ecco, quindi, che sulla strada, davanti ai quattro viaggiatori, apparve un monaco dalla pelle ambrata. Di primo acchito pareva una persona pacifica intenta ad ammirare le bellezze del creato, ma appena i quattro gli si avvicinarono, videro il paesaggio circostante mutare. Addio alberi dalle lunghe fronde, addio cespugli ricchi di bacche: ora Zantiln ed i suoi tre compagni si trovavano in un’arena.
Ehi, ma che succede?Si chiese il diciassettenne, strabuzzando gli occhi. Possibile che il paesaggio fosse realmente cambiato? Sì, possibile, ma il come ed il perché restavano un mistero.
Zantiln non era l’unico ad essere sconcertato: uno dei suoi compagni di viaggio, infatti, aveva iniziato a correre in tutte le direzioni cercando di uscire dall’arena, ma i suoi sforzi risultarono vani. Fu allora che il santone farfugliò qualcosa in merito al fare la pace attraverso la guerra (o viceversa) che probabilmente nessuno dei presenti capì. Rassegnati all’idea di dover combattere, quindi, l’instancabile ragazzo e l’adolescente dai capelli rosa, attaccarono l’anziano uomo, il primo caricando a mo’ di ariete, la seconda lanciando un orsetto peluche.
De-Devo combattere?Il Fujiwara sentì tutti i muscoli del suo corpo irrigidirsi, tutti tranne il cuore che, a differenza degli altri, iniziò a battere all’impazzata.
Come fanno ad attaccare a testa bassa in questo modo, senza sapere che tipo di abilità abbia il nostro avversario? È da idioti! Ma se una ragazzina ha avuto il coraggio di farlo, perché io esito tanto?Che fare, dunque, era un bel dilemma. Per anni il diciassettenne aveva allenato fisico e mente in attesa di un momento simile, eppure ora che davanti a sé aveva un avversario in carne ed ossa si sentiva così insicuro e debole da aver perfino paura di respirare. Tutto ciò che voleva era scomparire, trovare un posto sicuro e rimanerci. Purtroppo, però, non sapeva che, dovunque fosse andato, il suo vero nemico lo avrebbe inseguito.
Ho paura, devo scappare, abbandonare la missione, tornare alla locanda, anzi no, lasciare Neo-Green Life, tornare a casa…Un “no” imperioso mise fine a quel lungo elenco.
No, non posso: ho promesso e le promesse si mantengono.Lentamente il Padokiano iniziò a calmarsi. Poteva finalmente distinguere ciò che lo circondava e ragionare senza la pressione opprimente della paura.
La mia mente è ormai libera, ma resta il fatto che non conosco le abilità del mio avversario.Poco motivato ad attaccare frontalmente e più propenso a raccogliere informazioni, il giovane si mosse cercando di aggirare il suo avversario da destra, sfruttando l’apertura creata dalle offensive dei due compagni. Sei gli eventi fossero andati come previsto, non sarebbe dovuto essere difficile posizionarsi alle spalle dell’uomo.