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Strani clown e pasticche

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view post Posted on 24/7/2014, 23:50
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Amministramucche
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Nazareth (sì, sono Gesù)

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Il giovane corriere Tommy bussò alla porta di casa Costanti. Passarono pochi istanti e l'enorme ed imponente cancello si mosse lasciando il ragazzo entrare. Ad aprire la porta del villone fu una ragazza completamente vestita di bianco, probabilmente un'infermiera, che chiese gentilmente al corriere di portare la merce direttamente al suo capo: «non sono autorizzata a firmare nulla» disse lei «per favore, prenda la prima porta a destra». Tommy entrò nella stanza e lo spettacolo che lo accolse non fu dei migliori... Un ragazzo era seduto su di una sedia a rotelle reggendo un piccolo bicchiere. Subito il giovane corriere notò che la gamba del ragazzo era ingessata e la sua faccia coperta di lividi e bitorzoli. La spontaneità del giovane Tommy lo costrinse a pronuciare le parole che probabilmente gli sarebbero costate l'intera giornata di lavoro «Mi scusi signore, che si è fatto alla faccia ed alla gamba?». Il giovane non era mai stato un tipo pettegolo, ma di fronte a tale spettacolo la curiosità prese il sopravvento. Il ragazzo sulla sedia a rotelle sorrise, poi disse «Non credo sia una storia molto breve... Insomma... Lei lavora... Non vorrei tediarla troppo...», «Mi scusi, signor Costanti, lei ha perfettamente ragione firmi qui per fa...», «Dunque» esclamò il giovane martoriato «Tutto successe giovedì scorso...». Tommy avrebbe voluto andarsene via, ma la buona educazione imponeva lui ora di rimanere ad ascoltare (oltre alla buona educazione il fattore su cui il suo capo insisteva più di tutto "siate sempre cordiali con la gente cui consegnate i pacchi") quindi il corriere appoggiò il proprio fondoschiena su di una sedia fissando gli occhi quasi assenti del proprio interlocutore mentre egli parlava «era giovedì mattina, come ogni giovedì stavo recandomi al lavoro, gestisco una banca (o meglio gestivo, ma ne riparleremo), quand'ecco arrivare Frank, mio caro amico un po'... Ecco... Sbandato, a dirmi "amico, prova questa pasticca, mi ringrazierai" giammai prima del lavoro avrei preso una pasticca del genere, quindi lo ignorai e me ne andai, ma Frank continuò a seguirmi "Ale" mi disse "provala". Me ne infilò una in tasca e se ne andò. Ammetto, caro signor...» «Tommy.» «Tommy, che la mia vita non è molto, mi consenta il termine, pulita. Anche io spesso mi dedico ai piaceri della carne (per inciso, sono ancora indipendente, l'infermiera lì... È... Per bellezza) e della chimica, quindi, dopo una stressante giornata d'ufficio decisi di provare quella pasticca che il mio caro amico Frank mi diede imboscandomi in un vicolo buio e solitario. Non successe nulla. Lo ammetto, un po' deluso, m'incamminai verso casa. Come avrà notato, signor Tommy, per venire qui dalla banca "Costanti" è possibile passare per il centro cittadino e così feci. Il centro non era molto popolato, di giovedì sera chi vuole che ci sia, ma ad un certo punto noto uno strano signore, completamente truccato, faccia bianca e naso rosso che mi si avvicina e mi spruzza acqua addosso con uno strano fiore che fuoriusciva dal taschino della sua giacca per niente in sintonia col suo trucco. Volevo arrabbiarmi, urlare, ma iniziai a ridere. Non riuscivo a smettere, dunque decisi di regalare una moneta a quello che pensavo fosse un artista di strada, ma, appena cacciai il mio euro, egli s'allontanò via a passo svelto» «Mi scusi» interruppe Tommy
«Questo cosa ha che fare con la sua gamba?»
«Ci arrivo, ci arrivo. Non capendo il perché di quella fuga giustificai il tutto con "c'è gente strana in giro", poi continuai a camminare verso casa ripensando a quella gag. Molto, TROPPO, divertente. E sentii urlare. Mi voltaii ed un bambino molto piccolo, di circa due anni, era truccato esattamente come il tipo di prima, con l'unica differenza che il piccolo indossava una parrucca blu piena di riccioli. La mia intenzione era quella di andarmi a lamentare con la madre lì accanto, non concoderà con me, caro Tommy, che non si deve assolutamente truccare un bambino così piccolo in quel modo, ma, appena mi fui avvicinato, iniziai a ridere a crepapelle, non riuscivo a contenermi... La mamma, che fino ad allora non aveva posto attenzione sulla mia persona, si voltò e rimasi stupito nel vedere che anch'ella era un clown! Non potevo farci nulla, risi, risi e continuai a ridere. La signora prese il bimbo in braccio e scappò via. A questo punto mi guardai in giro, erano tutti, TUTTI, clown, chi più truccato chi meno erano tutti clown. Tornai a casa ed infilando la chiave nella serratura pensai "no, io mi faccio un altro giro, mi sto divertendo troppo" così iniziai a correre per la città in preda all'euforia, corsi anche in mezzo una strada e una macchina mi colpì...»
«E così si è rotto la gamba...»
«No, Holmes, se mi avesse lasciato continuare senza interrompere avrei detto "una macchina mi colpì di sbieco". L'autista però decise di accostare e scendere dalla macchina "mi scusi signore l'ho fatta male? Non era mia intenzione" notai che sul grosso naso rosso del signore vi era dipinto un bersaglio e nel perfetto centro era scritto a caratteri cubitali "JACKPOT" iniziai a ridere ed il signore di fronte a me iniziò palesemente ad inquietarsi, dunque io, senza pensarci, lo colpì con tutte le mie forze sul naso, gli rubai la macchina e iniziai ad accelerare. Il mondo era bellissimo, così clownesco, la luna una grossa pallina da giocoleria, gli alber piatti cinesi, òa leva del cambio della vettura rubata era una grossa clava e tutto intorno a me pagliacci d'ogni sorta si esibivano in buffe danze ed io ridevo, ridevo a crepapelle, ero in pieno stato d'euforia, ero così felice che non mi accorsi delle due ore che passai su di quella macchina e del muro che tra poco avrei irrimediabilmente impatto»
«Vi siete rotto la gamba a seguito dell'incidente stradale?»
«Nonostante gli 80 all'ora la fortuna volle che riuscii a rubare una macchina con ottimi airbag ed ottimi paraurti. Non mi fraintenda, dopo l'impatto col muro la macchina si ridusse, ma io ne uscii completamente illeso. Ero arrivato in un paese qui vicino, sarò sincero non ricordo quale. Ricordo però che ormai era notte inoltrata ed io avevo fame, molta fame. Non si devono prendere droghe a stomaco vuoto, mi dirà lei, io le risponde che droghe del genere non andrebbero mai prese. Forse. Andai dunque in giro cercando cibo, non so perché però decisi di utilizzare le capriole e non la camminata come mezzo di movimento. Caprioleggiando mi si pararono davanti quattro clown di grosse dimensioni, indossavano una canotta e dei jeans, ma tutti e quattro avevano dei buffissimi e variopinti cappelli a coprirgli i capelli. Mi dissero qualcosa e tirarono fuori un martello di gomma, tutti e quattro. Mi piegai letteralmente a terra dalle risate ed uno di loro urlò "SMETTILA DI FARE IL COGLIONE" e mi martellò con quel martello di gomma all'altezza del polpaccio e da qui iniziò ad uscire non poco sangue, ma stranamente non sentivo alcun tipo di dolore»
«Così si spiega la ferita alla gamba...» «Signor Tommy, non dica sciocchezze, qui ho un gesso, mica dei punti! I quattro iniziarono a frugarmi nelle tasche fino a trovare il portafoglio, poi scapparono ed io vomitai»
«Lei vomitò»
«Non so perché, ma vomitai, anche se in quel momento mi importava poco, era come se vomitare mi facesse piacere perché, ricordo, continuai a ridere. Proseguì il mio cammino ed entrai in una rosticceria, probabilmente una di quelle aperte ventiquattro ore al giorno, il clown vicino la cassa vedendomi entrare urlò e perse tutti i capelli urlando "ODDIO MA CHE LE SUCCEDE? VUOLE CHE CHIAMI UN'AMBULANZA?" io mi sedetti comodamente alla sedia davanti a lei e dissi, naturalmente tra una risata e l'altra, "ma chiami chi le pare", così chiamò la polizia. Arrivarono due clown vestiti da poliziotti che davanti a me iniziarono a pomiciare dicendo "signore... Ha qualcosa da dirci?", "sì" feci io "FROCI DIMMERDA" e mi buttai a terra battendo le mani a terra scandendo le risate. Ora, signor Tommy, non ho nulla contro gli omosessuali, ma la mia felicità in quel momento mi portò a fare quella che non so perché la mia mente definì una battuta. Mi portarono in centrale. Ero ferito senza documenti, dunque dritto in prigione senza passre dal via. Finché dopo 15 minuti notarono che ero ferito alla gamba.»
«Dopo 15 minuti?»
«Le barzellette sui poliziotti esistono per un motivo. Mi portarono in infermeria, mi fasciarono e mi diedero dei sedativi, che non fecero effetto. "Sigaretta?", "Abbiamo un tipo strano qui, è il caso di lasciarlo solo?", "Gli abbiamo dato sedativi da elefanti, dormirà benissimo" e i poliziotti improvvisati infermieri mi lasciarono solo e sveglio, la strana droga aveva annullato anche l'efetto dei sedativi. Scesi dal lettino e mi arrampicai sulla finestra, cadendo e compiendo di fatto un'evasione» «Ed ecco il gesso...» «No, la smetta di interrompere sennò non la finiamo più. Presi un pullman notturno e tornai a casa, ero solo al suo interno eppure non riuscivo a smettere di ridere senza motivo, la vita era divertentissima, tutto era divertentissimo, sopratutto l'autista con i suoi strani baffi e la faccia terrorizzata. Il pullman si fermò nel terminal ed a piedi tornai a casa. Nel tragitto intanto l'effetto della droga iniziò a svanire... Con molta calma i colori dai volti delle persone iniziarono a sfumare sempre più, restituendo il rosaceo colore della pelle, i fiori, le parrucche e tutti gli attrezzi da clown tornarono ad essere cellulari, cappelli e anche coltelli (sono abbastanza sicuro di aver assistito noncurante ad una rapina tornando a casa) il dolore al polpaccio iniziò a farsi sempre più grande e strinsi i denti fino a spezzarmeli. Impiegai 15 minuti a tornare a casa a causa della zoppia (il tragitto da qui al terminal come lei ben saprà è piuttosto breve). Niente era più divertente, signor Tommy, nulla... Le case tornarono ad essere case, la luna tornò ad essere la luna e il mondo tornò ad essere un postaccio popolato da ladri e dolore. Ed ora eccomi qua, a raccontarle la storia»
«No, mi scusi, ma come si è rotto la gamba?»
«Ah, già quasi dimenticavo. Si ricorda i ladri col martello di gomma (credo proprio che quel martello fosse in realtà un coltello guardi, sotto il gesso a volte sento ancora dolore)?»
«Certo»
«Bene, mi hanno rubato anche le chiavi»
«E con ciò?»
«Niente, abito da solo, ho dovuto scavalcare il cancello, son caduto e mi sono sfracellato» «Ah...»
«Sì»
Il signor Tommy fu licenziato dal suo capo per aver reiteratamente mandato «a fare in culo» il cliente.


Scritta di getto senza rileggere, se ci trovate errori segnalatemelo. Vvb.
 
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