| Non ho ancora detto che accetterò ma in effetti anche io ho un prezzo, rivoglio i miei poteri altrimenti non avrò certo alcuna possibilità contro Kokuryu, inoltre se le farò questo piacere gradirei la libertà degli altri tre ragazzi insieme a me, voglio che tornino in vita e possano andare via insieme a me da questo gioco non appena avrò portato a termine questo favore da lei richiesto! Inoltre avrei una richiesta aggiuntiva ma gliela dirò dopo che sarò riuscito! Questo è il mio prezzo mia signora...
Edea rise, malvagia. Le condizioni di Lucyan la divertivano immensamente. Stava per rispondere quando accadde qualcosa che distrasse tutti gli ospiti e gli invitati dai loro divertimenti. Un rumore di vetri infranti squarciò l'aria, mentre frammenti taglienti piovevano sugli invitati, che iniziarono a gridare, spaventati. Qualcuno aveva infranto la grande vetrata del Santuario del Declino e stava irrompendo all'interno. Kokuryu aveva sferrato la sua offensiva.
Vestito completamente di nero, aveva ancora l'aspetto di quando utilizzava il corpo di Hotarou come ospite, ma pareva cresciuto di almeno una decina di centimetri, e il suo volto si era fatto più affilato, crudele. Una lunga cicatrice verticale deturpava la parte sinistra del viso. Edea, senza curarsi del generale pandemonio di urla e terrore, commentò:
Come vedi, anche noi abbiamo le nostre sacche di resistenza. Costruire un mondo perfetto e completamente soggiogato al nostro volere non è certo un compito facile.
Un maggiordomo si avvicinò a Edea, e cercò di scortarla verso la stessa uscita utilizzata poco prima da Akira, dicendo:
Si metta in salvo, mia signora.
La strega fece un cenno a Lucyan, forse di commiato, forse di invito. Kokuryu notò immediatamente che Edea stava scappando. Come una furia, concretizzò il kusarigama, e si fece largo col sangue a chiunque lo intralciasse o cercasse di resistergli.
La sua abilità era senza paragoni: come sempre, si dimostrava un combattente migliore di Akira, soprattutto con quell'arma in mano. Finalmente, arrivò abbastanza vicino a Edea, e cercò di colpirla. Il maggiordomo protesse la strega con il suo corpo, impedendo alla lama mortale di ferirla e bloccandogli il braccio con la sua stessa carne. Kokuryu cercò di estrarre l'arto e l'arma, senza risultato. Altri tre avversari provarono a colpirlo da dietro.
Lo Zaoldyeck con la mano libera si ferì al fianco, e con il sangue disegnò degli arcani segni sul volto, una maschera di sangue che come un tatuaggio cremisi si sparse sul suo corpo. Istantaneamente, l'aura di Kokuryu si oscurò, aumentando di volume. Con rinnovato vigore, spezzò il corpo del maggiordomo con un calcio, mandandolo al tappetto, e con un solo fendente del kusarigama si difese dai tre avversari. Con la coda dell'occhio, notò Lucyan vicino alla Strega, e con un imprecazione trattenuta a stento, si allontanò. La strega lo derise, varcando la soglia della porta nascosta:
Per quanto ancora tenterai di assassinarmi, Kokuryu? Non puoi vincere contro di noi, almeno finché io avrò i miei poteri di strega. Non otterrai nulla. Non c'è più alcun mondo oltre a questo e il mio dominio, e tu sei da solo. Ho vinto io, da almeno quindici anni.
Kokuryu le ringhiò contro, cane braccato. Altri maggiordomi e lo stesso Akira stavano arrivando. Non gli restava che la ritirata. Sconcretizzando il kusarigama, si allontanò così com'era entrato, nello sbigottimento generale. Come ogni altra incursione, anche questa era finita come un'inutile strage.
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