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De anima, de corde, trad. "Circa la mente, circa il cuore"

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view post Posted on 19/12/2013, 23:42
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Life was a mistake.

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De anima, de corde (trad. "Circa la mente, circa il cuore")

di Federico Persia


Intrduzione
Si dice che ogni uomo abbia un proprio posto, a questo mondo. Che questo posto sia stato scelto dal Fato, dal Caso, da un Dio. O chi per loro. Che questa situazione è immutabile.

Questo mondo è un alternarsi di alture e vallate. All'uomo non è permesso il privilegio di vedere il mondo da quelle alture. Di poter ammirare la completezza del posto in cui è condannato a soffrire, a perseguire una strada che irrimediabilmente lo condurrà alla disfatta morale e fisica, finché la fatal quiete non lo colpirà. Non è permesso all'uomo di vedere la bellezza del loco in cui nacque.

L'uomo è fatto per le vallate. Per rimanere nella bassezza di questo mondo. Per costruire villaggi, coltivare, senza chiedere. Senza domandare. Stare nella vallata e buttare al vento quelle giornate.

Molti, tutti coltivano semplicemente l'orto, ringraziando l'altura a destra per l'ombra e quella a sinistra per il sole. Ma alcuni uomini non sono fatti così. Li chiamano sognatori, romantici, letterati... sciocchi. Uomini che non fanno altro che tormentarsi, chiedendosi: cosa c'è dietro quell'altura? Cosa c'è intorno a questo misero villaggio? Com'è il mondo visto da laggiù? Vale la pena soffrire in attesa di quel giorno in cui la mia mente si spegnerà lasciando questo corpo pesante alla finestra?

E allora alzano la testa, allungano il collo, spingono più in là lo sguardo. Ma l'altura è troppo imponente. Ma l'altura è troppo ingombrante. L'altura è l'unica cosa che vedranno nella loro vita. E allora alzano gli occhi al cielo, bestemmiano, piangono. E ricominciano ad alzare il collo. Fino a quando perdono il senno, perdono il punto della questione. Perdono le ambizioni, e si lasciano corrodere dalla sfida. Una sfida contro sé stessi. E sopra la testa hanno un tetto? Non gli fa paura. Continuano ad allungare il collo, anche sbattendo la testa contro il tetto. E ancora. E ancora. "Vediamo se si rompe prima il tetto o la mia testa", pensano. Perseguendo una strada che li porterà solo all'infelicità più completa. Perché lo sanno che si romperà prima la loro testa.

E poi si girano, e vedono il contadino che a fatica ara il proprio campo. "Eppure lui è felice... sono forse io a sbagliarmi? Sono forse io che non mi accontento, che non mi basta la pace di questo villaggio?"
E i dubbi lo tormentano ancor più dell'insoddisfazione.

E non v'è via d'uscita.

Si dice che ogni uomo abbia un proprio posto, a questo mondo. Che questo posto sia stato scelto dal Fato, dal Caso, da un Dio. O chi per loro. Che questa situazione è immutabile. Ed è vero. Ma nulla ci vieta di continuare ad allungare il collo, in attesa di un domani migliore che non verrà.


PREMESSA: qui posterò solo ed unicamente questa introduzione, che raccoglie in breve le riflessioni contenute nel resto del libro, se così vogliamo chiamarlo. Non penso che finirò mai la stesura di esso, ma se così fosse mi piacerebbe proporlo per un'eventuale pubblicazione. Se così dovesse essere, la presenza di materiale sul web sarebbe compromettente. Spero possiate ugualmente dirmi cosa ne pensate. Saluti e buon Natale.
 
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view post Posted on 20/12/2013, 00:56
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Hunter

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Allungare il collo, chi non lo fa... il fatto è che allungare il collo risulta inutile se si è convinti che il proprio posto nel mondo è fisso lì, già prestabilito. Comunque sì, fa piacere fantasticare, almeno finché non ti buttano giù nella realtà.
Che dire, alla fine è un concetto di cui si potrebbe parlare all'infinito senza mai giungere ad una conclusione vera e propria, e di cui tutti credono qualcosa ma nessuno ha certezze.

Non posso fare delle critiche vere e proprie perché come hai detto tu, è un'introduzione a ciò che dovrebbe essere la spiegazione vera e propria, o il racconto, non so su cosa ti sia basato, ma se proprio devo fare la pignola non mi è piaciuto il paragone con il contadino. Magari lui si è abbandonato alla realtà, ma qualche volta potrebbe pensarci anche lui. Ognuno in fondo ci pensa. Anche il più idiota tra gli idioti, a modo suo ma lo fa.
 
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view post Posted on 20/12/2013, 15:45
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Suocera della patria!

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E' solo una introduzione, quindi non posso permettermi di offrire un parere critico su un racconto che non ho letto. L'idea di base è un pochino ritrita, inutile negarlo. Quindi, suppongo, a decretare il successo di un progetto simile dovrebbe essere lo stile e la capacità immaginativa dell'autore...se posso, vorrei consigliarti di semplificare lo stile, perchè alla lunga esporre concetti banali in uno stile non attinente non fa che alienarti la simpatia del lettore. Si sente irritato, capisci?
 
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2 replies since 19/12/2013, 23:42   92 views
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