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Un secondo

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view post Posted on 9/12/2013, 16:41
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Life was a mistake.

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Un secondo

E' stato un secondo, uno solo. Fugace, non mi sono quasi reso conto di averlo pensato.

"Perché non voglio chiedere aiuto? Cosa mia blocca? Di cosa ho paura?"

Mi ripresi quasi subito, e richiusi la già tanto volte chiusa chat. Scorrevo nella bacheca del mio Facebook, con il mento appoggiato a un braccio, che doleva... ma non avevo le forze psichiche di cambiare posizione, assolutamente.
Ero annoiato, stanco e in ansia, i compiti dall'altra stanza gridavano, ricordando la loro presenza. E gli impegni, e le angosce. E le sue cosce, che profumavan d'amor, d'amor che sa di dolor. canticchiai, ascoltando la musica. Che schifo, non avevo canzoni decenti.

E poi vedi quella foto, di persone neanche lontanamente importanti. Ma sorridono, sono felici, e fa male. Ti chiedi "Perché io non posso essere felice?"

E allora quel dolore ritorna, lancinante, brucia lo stomaco ed esce dalla bocca come veleno, e bestemmie, imprecazioni, si alzano in celo, in tono sempre più alto, fino a scoppiare in grida, urla, pianti.

E allora vuoi prendere il tipo che vedi lì, nella lista di amici, col pallino verde accanto. Ma non sta bene, prendere e attaccare un pippone a un semi sconosciuto, vomitandogli addosso tutto il marcio che senti salirti dalle viscere.

"Finally you have found something perfect and..." Oh, una canzone decente!

E vorresti che quel secondo, in cui la musica ti ha fatto vibrare le vertebre, che ti ha dato una scossa, un brivido di felicità, durasse per sempre. E fai di tutto per ricostruirlo, torni indietro col cursore, ti metti nella stessa posizione, provi a pensare alle stesse identiche cose... ma ormai è tutto banale, scontato. Già visto.

La felicità, è banale.

La tristezza... bhe, la tristezza lo è ancor di più.

E allora chiudi la chat, perché semplicemente non sta bene. E chiunque ti sembra sbagliato, non adatto ad ascoltarti. E allora scrivi. Ma le tue parole, anche loro sono scontate. E quel foglio bianco ride, nella tua testa, come tutte le persone che hai pensato potessero aiutarti. Come il te di una volta, e il te che sai un giorno riderà di quello che ora sei.

Perché non vado fiero di quello che sono.

Perché quello che credevo fosse unico era scontato, o una bugia. Perché qualsiasi cosa io provi, quando la imprimo su un foglio, quando la canto a un'altra persona, perde tutto il suo valore, e sono nuovamente vuoto.

Perché voglio essere triste, non vuoto.

Perché vorrei essere felice, non triste.

Perché mi basterebbe la serenità.

Perché in realtà pretendo troppo da tutto e tutti. Perché in realtà pretendo troppo da me stesso. Speravo di creare un brano, che fosse carino, una storia. Un secondo. Volevo si intitolasse "Un secondo". E dire quanto un secondo possa stupirti. Quanto un secondo possa far paura un attimo prima, e come potresti piangerlo quello dopo.

Perché in un secondo decisi di chiedere aiuto, ma quello dopo sorrisi e scrissi "Tutto apposto, te? (:"

Perché già non mi andava più di parlare con nessuno.

Perché, vedete, in un secondo ho cambiato il verso di questo testo, di questa storia. Sto lasciando la mente vagare, le dita battere sulla tastiera. Perché ora il mio cuore suona un blues, perché non ho paura, perché sento che, per una volta, le parole che sto lasciando fluire incontrollate sanno di nuovo.

E stavolta non le ucciderò. E pubblicherò queste lettere nere su sfondo bianco, nonostante tutto ciò non mi soddisfi. Perché non è corretto qua, non è corretto là. Perché è vero, perché non è controllato. Perché mi spaventa. Perché so che non eguaglierà mai quello, o quell'altro. Perché sono realmente io ora, ed ho paura di vedermi fallire. Perché sto usando troppi perché. Perché, alla fine, sono cose che dico sempre. Dov'è il filo conduttore? Non c'è, è scomparso... o non c'è mai stato?

E quando il testo diventa troppo simile a te, alla tua vita, premi "Delete". E quando trovi il coraggio di premere invio, trovi il coraggio di chiedere aiuto.
 
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