| La ragazza aprì la porta e constatò i progressi nell'In che il ragazzo aveva fatto. Dopodiché lo prese in giro, chiendogli se non mangiava mai. - Che domande, è ovvio che mangio. Ma negoziare per il cibo con i sequestratori non è nella lista delle "Cose più intelligenti da fare in caso di sequestro". Comunque, buongiorno.- Un po' per rassegnazione, un po' per abitudine, ormai Evan stava iniziando a sopportare la donna che lo aveva privato dell'anima, almeno quanto bastava per i saluti formali. Dopo aver riempito nuovamente le provette per la creazione delle tele rigeneranti, Evan ascoltò la spiegazione della donna sulle tre tecniche che avrebbe dovuto apprendere quel giorno: il Ken, un'applicazione mista tra Ren e Ten, il Kou, una sorta di "Ken concentrato in un punto" e l'En, una spece di "bolla" che si espandeva dal corpo dell'utilizzatore. La donna diede anche specifiche indicazioni su come effettuare gli esercizi propedeutici all'apprendimento di queste tre tecniche. Evan attivò il Ten, per poi alternarlo sempre più frequentemente con il Ren. Dopo qualche decina di secondi riuscì a sovrapporli in modo da entrare nello stato di Ken. Sentiva che il dispendio d'aura era notevole, ma la velocità con cui le tele di Vegas rigeneravano energie era sorprendente a tal punto che non faceva sentire al ragazzo la fatica. Nonostante ciò, Evan tentò comunque di ridurre il più possibile lo spreco di aura dato che, in combattimento, non avrebbe sempre avuto la possibilità di vedere la propria aura rigenerata. Dopo una trentina di minuti, nei quali il ragazzo passeggiò per la stanza tenendo il Ken attivo in modo da renderlo naturale, si fermò e passò all'En. La priorità che si pose fu quella di rendere perfettamente liscia la superficie della cupola che si andava a formare a pochi centimetri di distanza dal suo corpo. In quei dieci minuti riuscì, perlomeno, a rendere il più uniforme possibile la cupola creata. Scaduto il tempo prestabilito con l'En, il ragazzo tornò nello stato di Ken per altri 30 minuti, notando che le tele rigeneravano sempre meno aura, ma che lui non si sentiva eccessivamente stanco dato il "taglio agli sprechi" che stava adoperando. Il ragazzo concluse il primo giro di esecizi concentrando il proprio Ken in un punto, il pugno sinistro, ottenendo così il Kou. Mantenne questo stato solo per pochi secondi però, dato l'enorme dispendio di aura che aveva. Quindi si fermò qualche minuto per poter pranzare, uscendo ed andandosi a prendere qualcosa al bar vicino alla reception. Dopo una decina di minuti tornò con un piccolo bicchiere di plastica al cui interno era presente del caffè fumante. - Ti ho portato del caffé. Se vuoi berlo fallo adesso che è ancora caldo, te lo lascio sul comodino.- disse il ragazzo appoggiando il bicchiere. Finché sono costretto a stare con lei meglio tenersela buona. Poi la ucc-...stupida tela. Non metterò mai più piede dentro un fottutissimo museo d'arte, giuro. Dopodiché, il ragazzo riprese con il ciclo di esercizi. Ogni volta che lo ripeteva, il Ken diventava sempre più naturale mentre l'En si espandeva di qualche centimetro in più, rimanendo sempre perfettamente liscio e armonioso. Erano ormai le quattro del pomeriggio, e il ragazzo stava iniziando a stancarsi, quindi si rivolse alla sua macabra insegnante. - Può bastare o continuo ancora?-
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