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Kumo OtokuKumo se ne stava tranquillo su una panchina, a leggere un giornale. Era rinato. Dopo i vari trambusti alla Torre Celeste, tra il combattimento con Miko, i casini con il tipo corvino che voleva riportare in vita il suo amico e i problemi con Alaska, una bella vacanza a Zapan era l'ideale, visto che a breve avrebbe dovuto sostenere il "colloquio" con gli Zaoldyeck e in seguito l'esame per diventare Hunter.
Eh sì, la sua vita stava prendendo la piega giusta. E quella giornata così fresca ma assolata lo metteva proprio di buon umore.
E poi era a Zapan, poteva approfittarne per avere indizi sulla collocazione dell'esame...
Si stiracchiò e chiuse il giornale, buttando la testa sullo schienale della panchina e socchiudendo gli occhi. A breve sarebbe tornato a casa, nella Repubblica di Padokia... perché non approfittarne e passare dal babbo?
Se non ce l'ha ancora con me per la storia di Maka... pensò, socchiudendo gli occhi a causa del forte Sole.
Passò il resto della mattinata così, su quella panchina, proprio davanti la Banca Provinciale di Zapan, ignaro di quello che sarebbe successo poco dopo.
Ci fu infatti un gran trambusto. Kumo non li diede peso, pensò a un influente imprenditore che andava a ritirare i frutti del suo lavoro.
Ma così non era. Era una rapina, e poco dopo infatti una volante della polizia sfrecciava per le vie della soleggiata cittadina.
Male, molto male... pensò Kumo, riaprendo il giornale.
Non voleva interessarsi o interferire in alcun modo a quella situazione. Riprese a leggere per distrarsi, ma la gente faceva così tanta confusione...
Arrivò infine un signore, in lacrime. Aveva circa 40 anni, una giacca vecchia ma ben tenuta, sul beige. Tolse il giornale dalle mani di Kumo e gli prese le mani.
Cosa vuole questo vecchio? pensò Kumo, stupito ed infastidito.
-La prego, signor Kumo... aiuti la polizia in questa operazione, la supplico! Lì dentro c'è mia moglie con i miei figli... non voglio pensare a quello che gli stanno facendo!- disse l'uomo, lagnandosi. Come conosceva il suo nome? E perché proprio lui doveva aiutare la polizia.
I suoi pensieri dovevano essersi mutati in un'espressione perplessa, poiché l'uomo cominciò a spiegare: -L'ho vista, al Torneo della Torre Celeste. Anche se è stato subito sconfitto ha combattuto bene... in fondo il suo avversario era troppo forte... e di sicuro ha più probabilità lei che la polizia di acciuffare quei criminali!-
Kumo non sapeva se prendere le parole dell'uomo come un complimento o un offesa. Optò per il complimento, per evitare di mandarlo all'ospedale.
Rimase però in silenzio, poi, prendendo il giornale, esordì: -La polizia sa fare il proprio lavoro, non gli serve il mio aiuto. Inoltre non sono minimamente interessato.-
L'uomo rimase a bocca aperta. Non voleva mentire a quel ragazzo, ma si trovava costretto a farlo... -Signor Kumo. E' qui a Zapan per l'esame Hunter, vero? Io ho da fonti certe l'ubicazione della Prima Prova... ma la prego, lei salvi la mia famiglia!-
Kumo si incuriosì. Posò il giornale e guardando l'uomo disse: -Vedrò cosa posso fare, ma non credo che la polizia mi lasci passare con facilità. Ah, e sia ben inteso: se quando avrò finito dovessi scoprire che lei sta mentendo non esiterò ad uccidere la sua famiglia, così come l'ho salvata, chiaro?-
L'uomo trasalì, ma annuì. Kumo si diresse verso la polizia, che ovviamente non lo fece passare. Inutile insistere, ma Kumo tentò ugualmente.
-Mi dispiace, ragazzo. Anche se si presentasse qui il Presidente Netero in persona ho l'ordine di non far passare nessuno, figuriamoci se faccia passare uno come te, che ha a malapena combattuto all'Arena Celeste.- disse amaramente l'agente, poi aggiunse: -Levati di torno, e se davvero vuoi dare una mano allontana questa gente da qui. Se non ci fossero i curiosi potremmo svolgere il nostro lavoro molto meglio, e finire queste sciocchezze in men che non si dica.-
Ma il signore di prima aveva previsto ciò, e aveva cominciato a far notare alle persone la presenza di Kumo, lì. In breve tempo tutta la folla protestava verso la polizia, per far entrare il ragazzo. Kumo era stupito, non pensava che partecipare a quel Torneo lo avrebbe reso così famoso, dato che aveva anche perso subito.
-Visto? Posso essere d'aiuto, agente. Mi faccia entrare, la prego. Probabilmente potrei anche allontanare la folla, ma dubito che lo faranno se non mi fate entrare...- disse il giovane, guardando con aria decisa l'agente dinanzi a se.