@Char
L'oggetto è chiaramente incantato col nen ed è protetto da uno spesso strato di aura. La lingua sembra scivolarvi sopra senza effettivamente toccare il diario, e dopo averlo leccato non rimangono tracce di umidità o residui di saliva. Con dell'aura concentrata sulla lingua non si ottiene un risultato diverso, senti solo opporre maggiore resistenza.
@Wowbagger
Il diario non sembra avere nulla di particolare, almeno dal punto di vista storico. È un semplice libretto in pelle, prodotto in serie. Il cuoio non è particolarmente pregiato e la carta non ha nessuna finitura riconoscibile.
@Seyaku
Il diario ha effettivamente delle iniziali scarabbocchiate frettolosamente in seconda di pagina, E. d. P.
Rita lasciò carta bianca ai ragazzi e non si scompose minimamente nemmeno quando Holo prese a leccare il diario. Anzi, sembrava divertita e approvò con un cenno del capo.
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Ho comprato il diario all'ultima asta sotterranea - rivelò poi la mistery hunter, -
non so come la mafia ne fosse entrata in possesso ma ho fatto qualche domanda in giro - sorrise -
e a quanto pare è stato abbandonato da qualcuno che se ne voleva disfare ad ogni costo. - Rita prese un altro sorso della tisana, ancora una volta persa nei suoi pensieri. Approfittando della pausa nel discorso, sorella Marianna servì dei pasticcini.
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Sono stata "toccata" da una creatura che non è di questo mondo - disse rivolta a Shun -
in quell'occasione ho perso l'uso delle gambe e tante altre cose che reputavo importanti. Ma ho scoperto a mie spese che a volte perdere e trovare sono due facce della stessa medaglia. Prendiamo questo oggetto, ad esempio. A cosa serve un diario che non si può leggere? A nulla. Quindi perché incantarlo? Io credo che se l'avessero voluto rendere inservibile sarebbe stato più semplice bruciarlo. No, deve avere uno scopo che non ha nulla a che fare con la forma. - spiegò Rita.
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E per rispondere alla tua domanda, ragazzo, questo posto è mio, prima di diventare hunter ci lavoravo. Saranno passati almeno cinquant'anni! - Rita prese dalla borsa una agenda piena zeppa di fogli e appunti. Strappò una pagina, vi scrisse sopra un indirizzo e lo consegnò a Dorian, insieme al diario.
CITAZIONE
Dott.ssa Eleanor Munroe
Istituto di microbiologia e biologia molecolare
Cold Steel Plaza 41
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E ora è il momento di congedarci. Sorella Marianna vi porterà in auto al castello di cui vi ho parlato, mentre dalla dottoressa potete andare anche a piedi, è qui vicino. Se non tornerete prima dell'alba con la risposta che vi ho chiesto considererò il vostro esame concluso. Andate, e buona fortuna! - augurò la signora.
@Da Rybe e Shun:
Sorella Marianna e gli altri uscirono dalla porta di servizio che dava su di un vicolo. Schiacciato fra due alti palazzi fatiscenti, la stradina sembrava deserta, non c'era anima viva. Stranamente, la religiosa chiuse a chiave la porta e la gettò in un tombino. Con un cenno, Marianna indicò un'auto perfettamente camuffata fra le ombre del vicolo, una coupè grigio metallizzato. La vettura era una elegante cinque posti, con finestrini nero fumé oscurati. Sembrava piuttosto vecchia, ma era tenuta in perfette condizioni e dava l'aria di costare parecchio. Marianna salì al posto di guida e attese che i due esaminandi si sistemassero le cinture. Poi, con una gran sgommata, filarono via da York Shin.
Marianna guidava in modo rabbioso, grattando il cambio e accelerando di colpo. Appena furono alla velocità di crociera di duecentoventi all'ora in superstrada, accese l'autoradio. La musica servì a riempire l'imbarazzante silenzio che andava creandosi: come assicurato da Rita, la ragazza non aprì bocca. In una mezz'ora si erano già lasciati la città alle spalle. Alla fine presero una delle ultime uscite e si ritrovarono nel mezzo del verde delle colline appena fuori York Shin. La luce della luna piena illuminava la loro destinazione: un castello abbandonato e mezzo crollato. Marianna parcheggiò la macchina fuori dal cancello della proprietà. Forse un tempo era una abitazione privata, perché il castello non sembrava affatto antico. Dava più l'idea di essere stato costruito per il capriccio di una famiglia molto ricca poi caduta in disgrazia. Prima di proseguire, Marianna aprì il bagagliaio e tirò fuori una pesante sacca sportiva. All'interno, un vasto assortimento di armi da fuoco. Marianna prese una pistola 9mm che assicurò con una fondina alla gamba e un fucile a pompa. Con un gesto della mano, invitò Rybe e Shun ad armarsi.
Potete prendere una 9mm e un'arma a scelta
Quando furono pronti, si avvicinarono al cancello. Era arrugginito ma serrato con un catenaccio. Marianna si guardò in giro per assicurarsi che nessuno li stesse spiando, poi spezzò la catena. Il cancello si aprì da solo con un fracasso assordante. Nel buio, un cane iniziò ad abbaiare.
Scegliete se esplorare il parco e il laghetto oppure entrare direttamente all'interno. So che non avete un granché da fare, ma altrimenti sareste troppo avanti rispetto agli altri due.
@Da Holo e Dorian
Quando anche Rybe e Shun se ne furono andati insieme a sorella Marianna, Dorian e Holo uscirono dal
Sottosopra e si diressero verso Cold Steel Plaza. L'Istituto di microbiologia era in una parte della città piuttosto recente, all'interno di un complesso universitario riconosciuto a livello internazionale per le ottime referenze e il costo esorbitante della retta scolastica. Pur essendo finanziata dallo stato, l'università era privata e diretta da un consiglio legato in modo poco chiaro ad una non meglio identificata organizzazione di estrema destra. Entrare all'interno del campus non fu affatto facile, ma alla fine i due esaminandi riuscirono a passare i controlli senza venire scoperti.
A voi come siete riusciti ad entrare, bonus exp se risultate credibili.
Data l'ora, le aule erano tutte chiuse. Tutte, tranne una. Il laboratorio della Munroe era ancora illuminato, e la porta non era serrata. Alla dottoressa piaceva lavorare di notte, quando la confusione era ridotta al minimo e nessuno la disturbava. Dopo una breve esitazione, Dorian e Holo decisero di entrare. Eleanor Munroe era china al microscopio e non sembrava essersi accorta della presenza di due estranei. Era una signora non più giovanissima, più vicina ai quaranta che ai trenta. Ciononostante, era già professoressa ordinaria, oltre che ricercatrice. Indossava un camice bianco e portava pantaloni sportivi. Evidentemente preferiva stare comoda a lavoro. I capelli rossi erano legati dietro la testa con un pratico chignon.
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Non mi piace che mi si interrompa mentre studio i campioni - disse la dottoressa, continuando a lavorare. Non dava l'idea di sentirsi in pericolo e non pareva troppo sorpresa di trovarsi due sconosciuti davanti, in piena notte.
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Ricevo gli studenti dalle 8 alle 11 ogni mercoledì mattina. Aspettare fino a domani era troppo difficile vedo - brontolò. Si stiracchiò i muscoli indolenziti e inforcò gli occhiali. Una rapida occhiata ai due però la mise sul chi vive.
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Ci conosciamo? - chiese.