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La ninfa dorata.

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~ Faylua.
view post Posted on 22/5/2017, 20:36




Partecipanti:
~ Faylua. e Limoncè.
Chiunque voglia partecipare deve mandare un MP a Limoncè.


Nell'oscurità della foresta, in mezzo al silenzio e alla paura delle creature che vi abitavano si poteva udire il crepitio di un fuoco appena acceso. Rosso, caldo, esso danzava per illuminare le mani ed il viso della fanciulla che lo aveva acceso.
La notte era calata all'improvviso, lasciando la giovane senza un posto in cui riposarsi e costringendola a trovare sonno all'aperto, il suo unico senso di sicurezza era quel bel fuoco, quella fiamma luminosa che avrebbe tenuto le belve lontano o al contrario le avrebbe attirate.

Fuyuko aveva camminato per giorni prima di trovare quel luogo, era giunta nella foresta per catturare una bestia dalla dubbia esistenza. Ricordava bene le parole usate da suo padre, esso le aveva riferito quale sarebbe stato il suo prossimo lavoro. La sua voce grave e severa le aveva ordinato di partire nell'immediato, senza donarle il tempo di prendere una nottata di sonno.

"Ho un lavoro per te, Fuyuko.
Nelle foreste di Neo Green Life vive un cerbiatto dal manto dorato, in molti pagherebbero un'enorme somma per poterlo avere tra le proprie mani. Affido a te questo compito, è la tua ultima chance, non deludermi di nuovo.
Dovrai colpire quel cerbiatto con una sola freccia."


L'uomo si zittì per un breve istante, prima di spingere la ragazza con le sue grandi mani e di riprendere la parola.

"Adesso vai.
E non azzardarti a tornare senza quella bestia!"



[...]

Le sue palpebre si schiusero, mettendo in vista i suoi grandi e stanchi occhi verdi. Fuyuko poteva vedere i primi raggi del sole, poteva sentirli sfiorare la pelle del suo viso. Era arrivata l'ora della caccia.
Il cinguettio degli uccellini accompagnavano i suoi silenziosi passi, creando in lei una stramba e gradevole sensazione. Lo sapeva, lo sentiva: era sulla via giusta. Lo poteva notare dall'eccitazione del suo compagno, che lasciava penzolare la lingua ed annusava continuamente il suolo.
Con discrezione, si avvicinavano a quel che sembrava la loro preda: una splendida ed elegante bestia il cui manto dorato brillava, illuminato dai dolci raggi solari. Impegnata a brucare, la bestia si accorse di Fuyuko solo quando il suo arco era teso e, terrorizzata, vide la freccia scoccare in sua direzione.
Contenta di aver preso il proprio bersaglio, la donna aveva appena costretto l'ultimo membro della sua specie ad estinguersi. Essa si avvicinò, avendo visto il corpo del povero cervide accasciarsi al suolo; poggiò la mano destra sul suo collo ferito, ammirando i suoi ultimi e strazianti respiri. Lo aveva colpito al cuore, lo aveva abbattuto con una sola freccia.
Greik, eccitato dalla situazione, spingeva continui guaiti e si agitava.

"Calmati, Greik. Stai fermo."


La donna sollevò con fatica il corpo della preda appena cacciata, caricandola sul dorso dell'enorme canide. Lo legò in seguito con cura, per evitare di farlo cadere strada facendo. Le sembrava, purtroppo, di essere osservata da tutte le direzioni.
Era come se la foresta la ritenesse colpevole delle proprie azioni, come se si stesse preparando a darle la meritata punizione.
 
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view post Posted on 22/5/2017, 22:37
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Amministramucche
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"Uuuf"

Un gemito.
E dopo un altro ancora.
Erano ormai passati 4 anni dall'ultima volta che la luce del sole carezzò la pelle di Louis.

"Allora ti mancava il sole?"
"Meh pensavo peggio"
"Comunque complimenti, ottimo spettacolo!"
"Ti odio, Hegel"
"QUANTI APPLAUSI"
"... E zitto!"


Louis aveva trascorso gli ultimi 4 anni a cercare di costruire il perfetto spettacolo teatrale basato sull'apocalisse, ma non era riuscito nell'impresa. Lesse qualunque manuale di teatro, qualunque tragedia o commedia, cercò come ogni artista ispirazione nell'alcool, nelle donne e nei classici, ma nulla, non riuscì ad andare oltre il titolo. In quattro anni riuscì solo a scrivere uno stupidissimo titolo ed Hegel, suo doppio, non mancava di farglielo pesare con frecciatine di bassa lega. All'inizio della clausura Louis organizzò perfettamente il suo lavoro e, secondo i suoi calcoli, sarebbe dovuto riuscire nell'impresa in 6 mesi, il tempo necessario per imparare a memoria il libro dell'Apocalisse e metterlo in scena. Ma 6 mesi divennero un anno, un anno divenne due anni e due anni divennero quattro. Addirittura durante gli ultimi tre anni decise di non ricevere più neanche i suoi studenti, chiudendo dunque la scuola di teatro e lasciando Gigi Lieve, suo segretario, sul ciglio d'una strada. Povero signor Lieve, ma di lui si parlerà in altro contesto.

Dopo quattro anni dunque di clausura il Crack decise di uscir di casa. Non certo perché arreso nel creare lo spettacolo definitivo sull'apocalisse, bensì perché s'accorse che le sue allucinazioni (non dimentichiamo la schizofrenia di Louis) peggiorarono non di poco ed ora, diversamente dal passato, Louis non riusciva più a fermare Hegel e i suoi deliri. All'epoca infatti bastava urlare "Socrate" per avere definitivamente il controllo del suo corpo fino a 12 ore, cosa ora non più possibile. Urlare Socrate era inutile quanto urlare "ti prego spegniti" al sole stesso. Ci provò e riprovò in casa tra una pagina e l'altra dell'Apocalisse ad urlar "Socrate" il povero Louis, ma Hegel persisteva e anzi lo scherniva:

"Louis smettila di cercare di liberarti di me, sappiamo entrambi che in realtà non vuoi che io vada via"

Vuoi. Vuoi, non "puoi". Hegel più volte aveva dimostrato a Louis di conoscere quest'ultimo meglio di se stesso (essendo Hegel stesso "se stesso" di Louis), forse era proprio la volontà (o meglio la non-volontà) di Louis a non scacciare Hegel? O semplicemente Hegel entità malvagia si era ormai impossessata del corpo di Louis? O sono inutili paranoie di un complessato mentale?

Fatto sta che Louis decise fosse bene prendersi una giornata di pausa di quattro lunghi anni e passeggiare per la foresta. Girava dunque per la foresta con aria pensierosa, cercando di ignorare Hegel:

"Chiediamo alla Crescentini di interpretare Maria Maddalena?"
"Perché alla fine non bruciamo il teatro con tutti gli spettatori dentro?"
"Facciamo che tu interpreti il diavolo e io l'arcangelo Gabriele?"

Quand'ecco che forse, per la prima volta in ormai due anni (erano due anni che urlare "Socrate" non fermava più il delirio di Hegel), il "Non-Louis" disse una cosa che l'attore reputò interessantissima:
"Louiscemo quello è un faggio, la croce di Gesù fu di legno di faggio, perché non prendere un po' di questo legno?"

Louis prese ad ammirar l'albero, poi disse:

"Hegel, mi stupisci... Perché non..."

Ma ecco che Louis sentì un fremito e capì: Hegel stava per prendere il controllo del suo corpo. No, non ora, non alla vista di quel magnifico faggio.

"Hegel non farlo"

Ma Hegel rise.

Louis urlò "SOCRATE" con tutta l'aria che aveva nei polmoni. Qualunque essere umano in quella foresta avrebbe sentito quell'urlo rompere il silenzio.
Purtroppo però, come di routine, Socrate non funzionò e Louis controllato da Hegel iniziò a correre lontano da quel faggio.
 
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Limoncè
view post Posted on 23/5/2017, 14:21




CITAZIONE
Legenda: Narrato; «Parlato»; "Pensato".

Non era molto raro che alcuni cittadini si avvicinassero alla foresta di cui il giovane Shin aveva fatto sua dimora, tuttavia non succedeva nemmeno tanto spesso che questi si fermassero a lungo; i motivi erano più che ovvi.
Tre quarti di loro non erano in grado di sopravvivere, altri rimanevano per una semplice passeggiata ai bordi, senza entrare veramente all'interno della radura, ed altri ancora venivano cacciati da Shin stesso per sgomberare il territorio che si era guadagnato.
Sia per salvarli da eventuali bestie feroci, sia per non avere qualcuno che intralciasse le sue tranquille giornate di caccia.

Quella sera era ben consapevole che qualcuno si era coraggiosamente addentrato nel cuore della foresta, non era complicato scovarli persino per la bestia più stupida esistente nell'eco sistema. L'intruso, infatti, aveva acceso un fuoco che, grazie al fumo, aveva rivelato la sua esatta posizione. Inoltre l'odore del suo accompagnatore non passava certamente inosservato.

«Mh.» Mugolò tenendo gli occhi ben saldi sul fumo grigiastro in contrasto col cielo notturno, pensando che non era nemmeno il caso di entrare in azione per avvisarli: a breve avrebbero capito a loro spese che era una zona pericolosa e, in caso contrario, sarebbe personalmente intervenuto senza esitare.
Era la sua casa, dopotutto, e coloro che non erano stati invitati meritavano di esser cacciati.

La notte passò in fretta, a Shin bastarono sei ore per recuperare tutte le forze ed al momento del risveglio, poteva ben intuire, erano già le cinque del mattino. Gli albori mattutini stavano per mostrarsi in tutta la loro chiarezza, inondando il corpo del ragazzo di un piacevole calore che lo costrinse a stiracchiarsi sul suo debole letto di foglie.
Si alzò, portò Tora con sé e si diresse al lago più vicino completamente nudo, portandosi appresso i due Shuriken ed i vestiti di stoffa.
Dopo la doccia avrebbe fatto colazione con qualche frutto maturo e solo dopo, aspettando il momento giusto, sarebbe corso a controllare che gli estranei fossero già morti o scappati via.

I passi silenziosi danzavano rapidi in quell'instabile terreno intriso di fango, foglie cadute e rami spezzati e nel più breve tempo possibile, seguendo il forte odore di cenere e alcune loro tracce lasciate inconsapevolmente, arrivò a destinazione; come sospettava, erano due ed uno di loro era un animale.
Quattro zampe, ben robusto.
Tuttavia sul posto non c'era più nessuno, solo del legno bruciato, ancora caldo e intriso di puzza, e alcuni segni sul terreno.

«Mh... ecco.» Si guardò intorno facendo una rapida circospezione e una volta trovato quel che cercava, vi si chinò per tastare a mani nude. Erano delle impronte ancora fresche.
C'erano tre possibilità, se erano ancora vivi: stavano per lasciare la foresta e non gli importava di lasciare tracce; erano cacciatori inesperti oppure talmente forti da sbarazzarsi di qualsiasi cosa provasse anche solo ad avvicinarsi.
Valeva la pena provare a constatare con i propri occhi.

Facendosi strada con le sue doti da cacciatore e soprattutto col suo infallibile istinto, seguì nuovamente la scia di orme fino a scovare gli invasori, intenti a portare con sé una delle bestie più rare ed innocenti che Shin potesse mai conoscere: il Cervo dal manto Dorato.
Appollaiato su un ramo di un alto albero, il ragazzo iniziò a riflettere senza perderli di vista, annullando la sua presenza agli altri per non farsi scovare.
Dunque era così? Era per questo che avevano deciso di disturbare la sua quiete? Per cacciare qualcosa che non avrebbe fatto male neanche ad una mosca? Non poteva accettarlo.
Non poteva lasciarli andare via così.

Saltò giù dalla robusta fronda e le si parò davanti, tendendo un palmo dinanzi alla sua femminile figura per invogliarla a bloccare la sua avanzata.
«Fermati.» Disse con un flebile tono, continuando subito dopo senza aspettare una qualsivoglia reazione. «Non avresti dovuto.»
Il suo sguardo non esprimeva alcuna espressione, alcuna emozione che lasciasse intendere il suo stato d'animo, malgrado quest'ultimo si era incendiato di una rabbia incommensurabile.
Quegli occhi critici non facevano altro che fissarla, in continuazione, entrando per un attimo in una situazione tanto fredda quanto inspiegabilmente pressante, facendo sembrare l'aria greve e palpabile.

Una voce improvvisa, tuttavia, interruppe quell'intenso momento e costrinse Shin a troncare lo scambio di sguardi, volgendo la testa verso la provenienza di quel suono straziante.
Cosa diavolo stava succedendo? Un altro intruso? Era mai possibile?

"Cosa dovrei fare...?" Si chiese facendo guizzare le iridi tra una direzione e l'altra, per non perdere di vista l'intrusa che aveva ucciso quel Cervo indifeso.
«Lascialo lì.» Le intimò abbassando infine la mano. Quell'urlo derivava probabilmente da qualcuno che era stato attaccato, ma non avendone la certezza voleva andare a controllare e constatare di persona cosa stesse succedendo.
Magari era un alleato della signorina e, come lei, avrebbe potuto uccidere qualche altro animale che non rientrava nella specie di quelli pericolosi.
«... E seguimi.» Concluse infine, aspettando pazientemente la sua risposta. Non poteva perdere molto tempo.

Edited by Limoncè - 23/5/2017, 16:33
 
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~ Faylua.
view post Posted on 23/5/2017, 20:03




Avvolta dal silenzio, Fuyuko era ben decisa a lasciare quella foresta e ad allontanarsi dalle belve che la abitavano il più in fretta possibile. Greik aveva smesso di spingere quei guaiti continui, ma non sembrava affatto tranquillo.
All'erta, gettava gli occhi intorno a sé e non faceva altro che annusare l'aria. Fuyuko ne era certa, qualcosa si stava avvicinando a loro, qualcosa di ostile.
Cercò di non darvi troppa importanza, desiderava soltanto raggiungere al più presto la propria dimora.
I suoi sensi si allarmarono e fu costretta a balzare all'indietro quando una figura sconosciuta cadde da un albero, apparendole davanti per volerle imporre il proprio volere. Il canide fece per scagliarsi in sua direzione, rizzando il pelo e lasciando i denti bene in mostra, ma dovette obbedire alla ragazza che, con voce autoritaria si fece sentire:

"Indietro, Greik. "


La belva si fermò d'un tratto, indietreggiando e guardando con confusione la propria compagna.

"Resta lì."

Orecchie e coda dell'animale erano dritti, puntati verso lo sconosciuto che probabilmente desiderava attaccare più di ogni altra cosa.
Si rivolse a Fuyuko, quell'estraneo, non dandole modo di comprendere ciò che voleva dire.

"Cosa stai dicendo? Non capisco.
Fatti da parte o dovrò usare la forza."


Poté notare l'odio celato nel suo sguardo, ma non era in grado di comprenderlo. Era lì per un motivo ben preciso, per un compito realizzato e pronto ad essere consegnato: il corpo di quel cerbiatto sarebbe diventato un bellissimo trofeo, venduto dalla famiglia Uchiyamada per pagare parte dei loro numerosi debiti.
Lei era costretta, appartenendo a codesta famiglia, a partecipare ai loro metodi sanguinari e poco legali.
Era pronta a fuggire o ad ordinare al compagno di passare all'attacco, ma venne improvvisamente distratta da una voce maschile. Un urlo, una parola che risuonò nell'intera foresta.

Non ebbe l'opportunità di fare nulla, neppure di ascoltare l'estraneo ragazzo: Greik scattò a tutta velocità, per dirigersi verso la fonte di quell'urlo. Terrorizzata dal comportamento dell'animale, Fuyuko dovette seguirlo.
Non riuscì a vedere quali erano i segnali datale dall'animale, se volesse attaccare o socializzare. Non poteva permettergli di considerare un umano come una preda e doveva fermare ogni suo attacco rivolto ad una persona innocente.

"Sbrigati, non c'è tempo da perdere!

Greik, cosa stai facendo?"


Ansimante, la donna correva con tutta l'energia posseduta nel proprio corpo e prese ad accelerare sentendo la voce aggressiva del canide. Abbaiando con rabbia avanzava, fino a prendere ad ululare. Lo aveva trovato?
L'estraneo avrebbe potuto vederlo fiondare in sua direzione, un'enorme belva a cui era legata il cadavere di un cerbiatto. Esso lo guardò con i suoi grandi occhi rossi, fermandosi soltanto per segnalare la propria posizione alla sua padrona con la sua profonda voce.
Per fortuna, non avrebbe attaccato fino a ricevere ordini.
 
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view post Posted on 24/5/2017, 08:41
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Amministramucche
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"Smettila di correre per Dio"
"Dopo 4 lunghi anni, 80 anni del vecchio conio, passati seduti con la schiena ricurva su libri e libricini credo che una corsetta sia più che salutare"
"Potevamo correre DOPO aver preso il legno di faggio"
"Devi distrarti! Hai bisogno di distrazioni! Perché non ti trovi una ragazza?"
"Indovina?"
"Perché non ti trovi un ragazzo? :shifty: "
"Quante volte ti ho detto che non devi usare le faccine, Hegel"
"E non correre, e non puoi portare le minorenni in cantina, e non usare le faccine, che lagna sei"
"Io devo lavorare, Hegel, non posso badare a te! Come mantengo la scuola di teatro altrimenti?"
"Col milione di jeni vinto al torneo mondiale..."
"Senti Hegel, la tua ironia..."


Ma quel dialogo mentale fu interrotto dalla presenza di un animale. Era possibile percepirla mediante l'udito, i passetti veloci della bestia erano chiaramente in procinto di avvicinarsi all'attore, dunque Louis, controllato da Hegel, si fermò e a gambe incrociate si sedette.

"Ed ora cosa fai?"
"Mi siedo!"
"Capisci benissimo che intendo, perché ti siedi?"


Anziché rispondere Hegel fece stendere il corpo di Louis ed iniziò a rotolarsi in una pozza di fango a lui vicinissima. Divenne in pochissimi attimi lurido come mai era stato prima di quel momento. Per completare l'opera prese delle foglie dal suolo ed in maniera disordinata le fece piovere sulla sua testa. Prese poi un grosso sasso e lo inserì nei suoi pantaloni, appariva chiaramente il rigonfiamento.

"Hegel, dai, nel 2017 ancora a fare le gag sul membro grosso?"
"Ma a me fa tanto ridere!"
"Leva quel coso o appena mi torna il corpo mi sparo un colpo in testa"


Hegel rispettò la volontà di Louis, non tanto per la minaccia ma perché era a conoscenza del fatto che in effetti il proprio umorismo era ben lontano dai canoni moderni e dunque dare ascolto a Louis avrebbe sicuramente dato alla successiva performance un tocco comico in più sicuramente più apprezzato se confrontato con l'umorismo di Hegel.
Dopo dunque esser divento una versione sporca e lurida di Louis, iniziò ad urlare a gran voce:

"Aiuto! Aiuto! Venitemi a soccorrere! Dei briganti mi hanno derubato!"
 
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Limoncè
view post Posted on 24/5/2017, 13:50




I suoi ordini furono ignorati non per voglia di farlo, bensì a causa di quell'avvenimento imprevisto che aveva provocato il caos generale in quel piccolo gruppetto da tre - anzi, quattro esseri, sprovvisti delle informazioni necessarie per poter comprendere cosa stesse esattamente succedendo.
Il primo a disertare il gruppo fu proprio la feroce bestia che, per quel che sembrava, doveva essere l'animaletto da compagnia della rossa, dirigendosi con foga in direzione dell'urlo. Probabilmente aveva fiutato l'odore dell'intruso e non se lo sarebbe fatto sfuggire, il che provocò il secondo abbandono: la cacciatrice che aveva causato l'estinzione di una specie, impaurita che la sua bestia potesse aggredire un suo simile, corse a tutta velocità per inseguirlo ed impedire eventuali incidenti.

Shin la seguì sia per lo stesso motivo, sia poiché avevano ancora una questione in sospeso; non aveva dimenticato e mai dimenticherà.
Il lupo sulla schiena stava ancora trainando la carcassa del cervo. Doveva riprenderselo e seppellirlo com'era giusto che fosse.

Slanciandosi in avanti e raggiungendo la figura femminile in pochi e repentini passi, procedette al suo fianco per raggiungere il secondo estraneo che si era intrufolato nella foresta con chissà quale scusa.
Se anche lui aveva cattive intenzioni riguardanti gli innocenti animali che abitavano la radura, allora avrebbe prima dovuto vedersela con Shin: non avrebbe in alcun modo tollerato un secondo omicidio, perché consisteva in un affronto diretto con la sua persona, con la sua morale.
Difatti, fin dalla tenera età, ha sempre cacciato bestie pericolose per cibarsi e sopravvivere.

Assottigliò lo sguardo e avanzando con lo stesso ritmo, poté scorgere dopo pochi minuti una figura maschile seduta al suolo, ricoperta di fango e foglie.
Il suo appello d'aiuto era ben chiaro ed udibile, ma non tanto credibile quanto credeva potesse sembrare.
Era parecchio strano già che tutti quegli umani si ritrovassero all'interno della foresta nello stesso identico punto e, malgrado era consapevole che di tanto in tanto si avvicinassero dei briganti, era pressoché impossibile che quell'individuo si era scontrato con loro, rimanendo persino incolume.

Adesso che si era avvicinato abbastanza, infatti, poteva ben notare che lo stato del suo corpo, benché nascosto, non pareva aver alcun tipo di acciacco o ferita; era cresciuto nel bel mezzo della natura selvaggia, dopotutto, non si poteva lasciar sfuggire certi dettagli.
Nessun affanno, nessun piegamento strano del busto o degli arti, e aveva anche abbastanza forza da poter gridare a squarciagola.
Strano. Troppo strano.

Si fermò, frenando la sua corsa con dei movimenti regolari delle gambe e aggraziati passi, apparendo quasi leggero come una piuma, e iniziò a fissare l'uomo nel frattempo minacciato dal canide.
Non proferì parola, attese che lui stesso iniziasse la sua spiegazione o che la femmina, incuriosita, avrebbe chiesto delucidazioni.
Intanto Tora si faceva spazio tra i capelli di Shin, sbucando fuori ed osservando la scena con i suoi occhi rossi ed inespressivi.
 
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~ Faylua.
view post Posted on 27/5/2017, 20:59




Il canide capì di avere a che fare con uno strambo energumeno, esso chinò il capo osservandolo rotolarsi nel fango e gettarsi foglie addosso. Non riusciva a capire cosa significassero, socialmente, quelle gesta strambe.
Che fosse un segno di pace? Oppure una sfida nei confronti dell'enorme belva? Una cosa era certa, a Greik poche cose piacevano e tra quelle vi era rotolarsi nelle sporcizie.
Ansimante, esausta, Fuyuko si fermò non appena poté vedere il grosso lupo... rotolarsi nel fango?-
In effetti, Greik non aveva perso tempo e, vedendo l'estraneo comportarsi in quel modo decise di fare lo stesso; si gettò nel fango e prese a rotolarsi con eccitazione, abbaiando ed agitando le zampe con fare giocoso.

"Cosa diavolo sta succedendo?
Dei briganti, in questo bosco? Sarebbero già morti da un pezzo. Ed anzi mi chiedo come tu faccia ad essere vivo...
Greik! Cosa stai facendo? Hai sporcato il manto del cerbiatto!"

Ella si gettò una mano in fronte, non riuscendo a capire il perché delle sue azioni improvvise e del tutto prive di senso. Sperava soltanto di poter pulire per bene il pelo di quel corpo prima di consegnarlo. La ragazza si avvicinò per aiutare lo sconosciuto ad alzarsi del fango, mentre il canide si era alzato ricoperto di terra umidiccia e prese a saltare nei mucchi di foglie che si trovavano qua e là. Che volesse somigliare a quel ragazzo?

"Non sembri ferito. Se quel che dici è vero hai avuto una gran fortuna!"

Esclamò la donna, prima di voltarsi a guardare l'altro ragazzo. Notò qualcosa muoversi trai suoi capelli e, stranita, indicò l'anfibio con l'indice sinistro.

"Hai qualcosa in testa. Sta' fermo.
Greik... attenzione!"


Il canide smise quindi di muoversi, guardando con fare concentrato il punto indicatole dalla donna. Esso prese a scodinzolare e, non appena vide la ranocchia, drizzò la coda ed il pelo, alzando la zampa anteriore destra.
Era pronto ad attaccare.
 
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view post Posted on 30/5/2017, 09:21
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Amministramucche
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Tutto ciò che è in corsivo è pensato, tutto ciò che non è corsivo è detto, che sia hegel o louis potete sentirlo comunque


"Credo tu ti sia divertito abbastanza"
"Ho a malapena iniziato"

Una buffa coppia si accinse al soccorso del giovane attore che fingeva di esser stato malmenato da briganti. Certo non poteva sapere che molto intelligentemente i due avevano fiutato il tranello e ben s'erano accorti della falsità di quella scenetta.

"Orbene signori!"

Disse Hegel, che ormai aveva completamente assunto il controllo di Louis, alzandosi

"I briganti mi han sì rubato il pegno
ma non pensate che io abbia perso il senno
ragiono ancoro pur senza tesoro
che i briganti han rubato senza decoro
scusate dunque se parlo in rima
nonostante poco sia riuscita la prima"


Pronunciando questo assurdo componimento Hegel avrebbe gesticolato a non finire recitando il tutto con un fare barocco degno del miglior Racine. Ben sapeva che ovviamente tutto sarebbe risultato una farsa, ma non era nelle intenzioni di Hegel ingannare i due.

Dopo pochi istanti sbarrò gli occhi e disse:

"Oh spavento, o sgomento!
Di tutti i miei peccati
or ora mi pento
Ecco due briganti
Chiamate i fanti!"


Detto ciò indicò alla sinistra del canide e lì materializzò due suoi cloni dall'aria arcigna.

"Mi spieghi che stai combinando?"
"Ho tutto il diritto di aver voglia di un po' di living theatre dopo 4 anni di reclusione a poter creare scenette solo nella tua testa"

Hegel non aveva alcuna intenzione di far del male né a bestie né ad umani, tutto ciò che voleva era un po' di sano teatro.

1. Ho usato il nen, spero non vi dispiaccia. Come da scheda l'hatsu di Louis è quello di creare cloni. Ovviamente non lo utilizzerò per infastidirvi ecco perché non ho postato le statistiche dei due.
2. Scusate il ritardo, ma nel fine settimana sono inattivo :)
 
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Limoncè
view post Posted on 1/6/2017, 13:12




Aveva completamente ignorato il perché quel lupo, dopo aver raggiunto lo sconosciuto, si ritrovava ricoperto di fango e foglie, rovinando persino il manto della bestia da poco uccisa senza alcun ritegno. Non c'era da stupirsi, però, visto che era stato probabilmente spinto dal suo istinto giocherellone.
La vista delle condizioni di quell'uomo lo avevano, per così dire, ispirato a tal punto di potersi permettere di giocare in una situazione a tutti ignota, che avrebbe potuto portare nient'altro che guai.
Conosceva bene il comportamento animalesco, dunque non ci fece attenzione più di tanto, malgrado provava un certo rammarico alla vista di quel cervo morto e poco curato, alla quale nessuno di quella cerchia di persone sembrava importare, a parte Shin.

Tora aveva ormai preso una bella posizione nelle tribune e si godeva lo spettacolo, teatrino che il ragazzo credeva sempre più bizzarro e poco credibile. Il tutto non faceva altro che peggiorare, una catena di eventi stravaganti e senza alcun senso.
In quel momento, sia il canide che la ragazza si erano concentrati sulla ranocchia e Shin, con un movimento impercettibile della mano in loro direzione, fece un gesto per fargli capire che non era nulla di importante.

«Lasciatela stare.» I suoi occhi incrociarono quelli truci del lupo ma, prima di poter fare qualcosa, tutti e tre furono distratti per l'ennesima dalla voce maschile. Come aveva già pensato pochi secondi prima... sembrava tutta una farsa. Una presa in giro.

"Ma cosa sarebbero quei versi*...?" Pensò nell'immediato, sentendosi un tantino a disagio dinanzi a quelle strambe affermazioni che non riusciva a comprendere del tutto, non avendo un linguaggio forbito per il poco contatto con gli umani.
Pochi attimi dopo, arrivati a "Ecco due briganti", il ragazzo comprese al volo e voltò il capo nella direzione indicata, osservando due figure comparse dal nulla che si univano al loro dibattito, se così poteva chiamarsi.

"Troppe persone. Non mi piace." Comprendendo la gravità della situazione nella quale si era ritrovato, decise che era arrivato il momento di dover fare qualcosa per salvaguardare se stesso, la foresta e gli animali che ne facevano parte.
Non poteva permettere altre intrusioni sgradevoli.
Portò la mano destra dietro la schiena per poter prendere le sue armi ma non vi trovò nulla, ricordandosi che, dopo aver ingenuamente pensato che non sarebbero servite, le aveva lasciate al suo piccolo accampamento all'interno del suo territorio.

"Mh. Farò senza." Si convinse subito senza farsi scoraggiare, facendo i primi passi per intromettersi prima di chiunque altro e mettere in chiaro le cose, provando innanzitutto con gentilezza.
D'altronde erano esseri viventi anche loro, avrebbe deciso se minacciosi o meno solo dopo averlo constatato con i suoi occhi.

«Vi chiedo di andare via, per favore. Non è un posto adatto a persone come voi.» Affermò come se sapeva solo lui di cosa stesse parlando, mantenendo i suoi imperscrutabili ed indifferenti occhi sulle due figure di Nen, non sapendo ovviamente fossero tali.
Non era nemmeno consapevole dell'esistenza di quella roba.

«E lo stesso discorso vale per voi tre là dietro.» Stavolta la frase era rivolta ai primi intrusi che aveva avuto modo di incontrare, senza tuttavia distogliere lo sguardo dai nuovi arrivati.

*Non intendeva dire "versi" nella terminologia poetica, visto che è ignorante. Intendeva "versi" nel senso animalesco perché non capisce cosa dice Louis.
Boh, mi andava di precisarlo.

Eeee... lo so che potrei risultare rompipalle, ma tentate di attenervi a cosa dicono/fanno le persone nel loro turno, senza fare come se ruolassimo tutti e tre separatamente. Si creano incongruenze, è solo un consiglio!
Tentiamo di far combaciare gli avvenimenti.
 
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view post Posted on 1/6/2017, 14:39
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Dov'è che non ho fatto combaciare gli eventi?

Nessuna polemica, davvero non me ne rendo conto
 
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Limoncè
view post Posted on 1/6/2017, 14:47




Sono piccole cose a cui fanno caso i pignoli (Io, tipo) e che potrebbero diventare incongruenze, e non voglio che succeda poiché non vorrei accatastare commenti che sembrano avere paragrafi incoerenti tra di loro.
Non è per attaccarti o roba simile, dicevo in generale anche perché pure a me ogni tanto succede, quindi era un """monito""" generale-

Ad esempio qui il lupo fa un casino abnorme col fango e poi punta aggressivo me con la ranocchia (ha intenzione di attaccare quindi pare una cosa seria) e si è saltato tutto forzando l'avvenimento a passare inosservato. Tutto qua!
 
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view post Posted on 1/6/2017, 16:16
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Ah giustamente mi sono dimenticato di dirti che il mio pg non può vedere gli animali e gli animali non possono vedere lui, è una skill (con annessa controskill) che concordai per la vittoria del torneo mondiale, visto che da bg Louis (così come suo figlio Square) odia gli animali e vi era un "premio speciale" per i vincitori che gli permetteva di andare avanti con la storia. Non funziona per i corpi degli animali, che Louis può vedere tranquillamente.

Quando scrivo "alla destra del canide" è giusto per far capire in senso geospaziale,
non perché Louis veda esattamente alla destra del canide, non so se mi spiego.
 
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~ Faylua.
view post Posted on 6/6/2017, 16:41




"Cosa diavolo sta succedendo qui..."

Il povero folle prese a parlare in rime, confondendo totalmente la ragazza.
E non appena questo finì la sua stramba recita, degli uomini apparvero al fianco di Greik che, sentendo la loro presenza prese a ringhiare e corse al fianco della sua compagna.
Aveva bisogno di un bel bagno e, soprattutto, di una rimproverata per ciò che aveva fatto al suo prezioso trofeo.


"Ah, non ho tempo da perdere, io me la svigno!"

Le sue parole furono veloci quanto lei che, ignorando il ragazzo folle e l'altro con la rana prese a correre via, accompagnata dal fangoso lupo.
Aveva ciò che le occorreva e un evento molto importante la attendeva a casa.

Sorridente e convinta di essere fuggita da quella situazione imbarazzante, Fuyuko continuava a correre nel bosco a lei sconosciuto. Il suo ottimo senso dell'orientamento e il fiuto del suo amico l'avrebbero aiutata a ritrovare la strada, ma una paura stramba cominciò a stringerle la gola.
Aveva sentito mille storie riguardo alla belva dorata, storie di ogni genere. Si diceva che fosse in realtà una ninfa dall'immensa bellezza che la foresta proteggeva da ogni male.
Fandonie, visto ciò che le era appena successo. E se, invece, avesse voluto vendicarla? Fuyuko scosse la testa, non riuscendo a capire perché credeva a tali scempiaggini.

... Qualche secondo bastò e gli sconosciuti ormai lontani poterono udire il guaito del canide.
Un'enorme bestia si era appena mostrata alla giovane, bestia ben decisa a sterminarla senza motivo alcuno. E non era l'unica.
Centinaia di feroci animali cominciavano a farsi sentire nei boschi, animali che avrebbero attaccato ogni essere umano o animale estraneo al loro ambiente.
 
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12 replies since 22/5/2017, 20:36   191 views
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