Sono desolato.
Passo ore a scrivere al computer per la tesi. L'idea di aprire il forum e scrivere ancora non mi entusiasma molto, come potrete ben immaginare.
Potrei essere eccessivamente divulgativo nel post che segue.
Nella sala da ballo...Viola spiegò ad Edward il suo interesse nel risolvere la "questione Irene" il più in fretta possibile, e lo pregò di aiutarla nel suo intento.
Benché Lord Baskerville avrebbe preferito di gran lunga stare a sentire le noiose chiacchiere della moglie piuttosto che assecondare i desideri di un signorotto dalla discutibile nomea, per amor del bello, cioè di Viola, decise di accontentarla.
Marvin si appartò con Viola, scusandosi per la scortesia.
- Fa bene a scusarsi! Mi priva della compagnia di una fanciulla così adorabile e aggrazziata.- protestò lui, facendo comunque cenno ai due di potersi spostare più in là.
Qualche istante più tardi, Edward trasalì: sua moglie lo stava chiamando con la stessa voce con cui chiedeva di firmare gli assegni per l'acquisto di abiti discutibilmente "alla moda".
- Arrivo tesoro...- rispose lui, mordendosi la lingua dalla rabbia.
Nel frattempo, Alaska si aggiunse al duo, che così diventò un trio.
Aggiornatevi, scambiate le informazioni che dovete e organizzate un piano.
Avete solo il prossimo post, quindi badate bene di concludere qualcosa!
Nel frattempo, per le scale che portano al primo piano...Con un guizzo di agilità felina, Holo utilizzò il Nen per balzare davanti al losco figuro che stava correndo sulle scale. Fortunatamente per lei, il tizio non sembrava essere particolarmente veloce o pronto di riflessi, tanto che Holo gli apparve davanti senza troppi problemi.
Ormai entrambi alla fine della scalinata, Holo poté osservare meglio la sua preda: innanzitutto
contro ogni aspettativa data dal fatto che mi sono riferito a lui usando pronomi maschili, si trattava di una donna poco sotto la trentina. I capelli rossi, raccolti in uno chignon talmente simmetrico da sembrare il prodotto del lavoro dei migliori coiffeur, troneggiavano su un volto pallido dai lineamenti tanto femminili quanto aspri. Gli occhi verdi penetravano l'anima di Holo con uno sguardo che trasmetteva determinazione e impassibilità. Le labbra carnose erano serrate in una smorfia di disprezzo, probabilmente per via del fatto che Holo si era dimostrata più veloce di lei.
Fulminea, la donna impugnò una siringa presa dalla borsetta che le pendeva da una spalla e la infilò nel collo di Holo. Le palpebre della ragazzina iniziarono a farsi sempre più pesanti, finché non si addormentò, cadendo al suolo.
Al suo risveglio, si sarebbe trovata in quella che sembrava essere la Sala delle bambole. Holo era a terra, con le spalle contro il muro e le mani legate da una corda molto resistente, che sembrava essere una di quelle usate per l'arrampicata sportiva.
Dando una rapida occhiata alla stanza, la ragazza avrebbe notato di non essere sola: nelle sue stesse condizioni, ma contro la parete opposta, un'altra donna giaceva per terra, priva di sensi.
La stanza non conteneva molto mobilio, a parte le mensole appese a tre delle quattro pareti che delineavano l'ambiente e davano un tocco leggermente lugubre al luogo: erano infatti sovraffollate di bambole delle più svariate tipologie e dimensioni.
In centro alla sala, un gigantesco tappeto rosa confetto, proprio come le pareti, occupava la maggior parte del pavimento. In un angolo, invece, c'era un grosso baule rosso sul quale era appeso un foglio di carta riportante un avviso scritto con un pastello a cera
CITAZIONE
"Cose di Lidya
CONNOR NON TOCCARE".