[Mr.Nobody] |
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| Narrato, «Parlato», "Parlato da altri", Pensato, Voci nella mente. Noctis annuì non molto convinto a Faith. La vide percorrere la via nera. Seguita da K', che invece optò per la rossa.
"Io prenderò la via rossa. Non so quale prenderete voi, ma proviamo a stare più possibile vicini, ok? Nel caso uno di noi cadesse... provate ad afferrarlo prima."
Quelle parole fecero molto riflettere l'Asakura. Guardò Nanashi aspettando una sua mossa ma gli parve molto indecisa.
«Rose bianche e ce ne freghiamo giusto?»
Disse quasi sottovoce: la ragazza annuì. I due così attraversarono silenziosamente le aiuole di rose bianche cercando di calpestarne il meno possibile. Dal cappotto di Nanashi scivolò via il peluche che aveva trovato la notte prima: una folata di vento e quello scomparve nell'erba alta del giardino, senza che nessuno se ne accorse.
Tutti e quattro i ragazzi, in tempi leggermente diversi, arrivarono al portone senza problemi. La strambo giardiniere parve non accorgersi di nulla.
«Comunque stavo pensando una cosa. Se ci fossimo tenuti per mano... nulla di romantico ovvio... formando una catena, non credete che saremmo riusciti comunque ad evitare un'eventuale caduta del primo della fila? Non lo so... è solo un'ipotesi, magari non avrebbe funzionato. Non sono stato molto d'aiuto, non mi veniva in mente nulla. Comunque è andata bene anche così. Almeno credo.»
Bussarono alla porta. In un paio di secondi quella si aprì leggermente, scricchiolando sinistramente. Non c'era nessuno dall'altra parte.
Il gruppo entrò nell'abitazione: il pianoterra consisteva in una grande sala abbastanza spaziosa ma poco riempita di mobilia. Sulla destra, delle scale a chiocciola, portavano sia ad un piano inferiore che a uno superiore. Sulla sinistra invece, accanto ad una grossa vetrata che illuminava tutta la stanza, vi era un pianoforte nero consumato dal tempo. Ricoperto di polvere, non sembrava di recente utilizzo.
Proprio in fondo alla sala, fra ragnatele e assi scricchiolanti, sedeva una giovane coppia alquanto particolare su un divano rattoppato e vecchio. Poco distante il camino a muro riscaldava, scoppiettando allegramente.
"Venire prego, venite avanti."
Era stata la donna a parlare: voce abbastanza stridula e dal tono indecifrabile. Lunghi capelli neri, occhi azzurri persi, contornati da una carnagione pallidissima. Indossava dei brutti ed enormi occhiali da vista che continuavano a scenderle sulla punta del naso, nonostante i continui accorgimenti. Portava, male, del rossetto magenta che arrivava quasi alle guance, rossastre per via del fuoco. Avvolta in un lungo abito da sera grigio cenere, teneva le mani fra quelle del compagno. Un uomo sulla trentina, castano, dai capelli ricci e non curati. Lentiggini sul volto. Occhio destro color paglia e occhio sinistro coperto da una benda nera da pirata. Portava, con un minimo di eleganza, un completo gessato dalle striature bianche, forse polvere.
I ragazzi fecero alcuni passi verso di loro, finché la donna non sorrise.
"Benvenuti. Io sono Eleonor Cullen. Questo è invece mio marito, Toma. Scommetto che voi siete le persone che il caro Bodan è riuscito a reclutare. Mi sembrate tutti così giovani... ma tranquilli, se non è un problema per voi, a noi può solo andar bene. Come di certo vi avrà spiegato... recentemente siamo stati vittime di un furto..."
La donna scoppiò improvvisamente a piangere rumorosamente. Il marito continuò al suo posto con voce fredda.
"Dai cara... cerca di non piangere. Come vi stava spiegando mia moglie... dei ladri ci hanno sottratto un prezioso tesoro di famiglia. L'unica cosa che desideriamo è recuperarlo al più presto. Siamo disposti a pagare una rilevante ricompensa a chiunque riuscirà a collaborare. Quei criminali hanno tentato di ricattarci, dato il grande valore affettivo... ma noi non siamo disposti a prendere accordi con persone così malvage. Senza contare il rischio di una truffa e quindi dopo... il danno, anche la beffa."
Un urlò terrificante di dolore scese dalle scale a chiocciola diffondendosi nella sala. Il gruppo avrebbe potuto riconoscere quella voce: il ragazzo alto e biondo della locanda.
La donna smise di piangere ritornando a sorridere.
"La piccola Glen si starà divertendo con uno dei suoi giocattoli."
Il marito le annuì ricambiando il sorriso, per poi rivolgersi di nuovo agli ospiti.
"Come dicevo, se accetterete l'incarico e riuscirete nel recupero avrete in cambio molti soldi e la nostra eterna gratitudine. Che ne dite? Proseguo a spiegarvi i dettagli o avete qualche domanda specifica?"
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