Non ricordo come sono arrivato qui e questo non piace. Non mi piacete nemmeno voi. Disse il quarto giovane dopo essersi alzato ed aver strappato il foglio che Virgil era appena riuscito a vedere.
Ma prego sua altezza. Legga pure. Avrebbe voluto dirgli. Ma le parole le tenne per se, le mandò giù come si fa con un boccone amaro. Aveva già avuto esperienze con gente del genere. Era quasi del tutto inutile parlarci. Meglio continuare per la propria strada.
Cosa vorrebbe dire? Non mi piace chi tenta di giocare con me. Continuò dopo aver appallottolato e lanciato l'unico indizio. Nella mente di Virgil si accese un campanello, quando il giovane scorbutico pronunciò la parola "gioco". Per lui giocare equivaleva a vivere. Che fosse un gioco da tavolo, d'azzardo, di carte o di qualsiasi altro genere. L'importante era mettersi alla prova. Dare il meglio di se e superare gli avversari in strategia ed abilità. Vincere non era tutto. Vincere mandando l'avversario in una cupa disperazione era il suo obbiettivo.
Se questo "test" é veramente un gioco... Non ho alcuna difficoltà a credere di essere venuto qui di mia spontanea volontà. Pensò cercando nelle sue memorie, ma senza trovare nulla di nuovo.
Non so voi ma io me ne vado da questa bettola. Disse il giovane mentre si dirigeva al piano terra seguito dalla ragazza silenziosa.
Ma se non fosse un gioco? Pensò preoccupato. Ma allontanò subito il pensiero. Il demone del gioco si stava impadronendo di lui.
Non gli permetterò di guadagnare un vantaggio. Poi si diresse giù dalle scale polverose seguendo gli altri. Vuoto e polveroso. Descrivendo brevemente il piano terra. Eppure c'era qualcosa che stonava ed allo stesso tempo richiamava l'attenzione. Come quando si fissa un punto nero al centro di un foglio bianco. Così quel foglio così candido attirava gli sguardi su di se. Virgil non poté fare a meno di avvicinarsi e leggerlo.
CITAZIONE
"Regole per la sopravvivenza: 1) Collaborare. 2) Barricarsi in casa. 3) Non uscire di notte."
Al di fuori della casa provenivano degli strani tonfi. Come se qualcuno si divertisse a martellare in modo inquietante.
Cosa pensi voglia significare? Siamo in pericolo? disse la ragazza scoprendo per la prima volta la sua voce.
Non ne ho idea. Rispose il giovane preoccupato. Virgil dal canto suo sembrava sorridere leggendo quel foglio.
Sono regole! É un gioco. Pensò entusiasta. Il demone del gioco lo aveva completamente rapito. Test o gioco forse sono le stesse facce della medesima medaglia.
Un gioco dove in palio c'è la nostra sopravvivenza. Distolse lo sguardo dal foglio. Poi si rivolse agli altri e disse:
É quasi notte. Troviamo qualcosa per barricarci... Io non voglio perdere!