| Ethan non prese affatto bene la chiamata di Akira e, apparentemente calmo ma in realtà sicuramente preda di un turbinio di emozioni terribili, gli aveva chiuso il telefono in faccia. Non potevo aspettarmi molto di più, riconobbe, l'importante è che non faccia male a Coraline, il resto lo posso gestire da me. Credo. In momenti come questi Kazuma mi farebbe proprio comodo. Quel ragazzino mi manca. Ecco, stanno uscendo. Ad uscire, però, furono solo Coraline e gli altri. Akira rimase fermo dov'era, ad aspettare Ethan, sicuro dei suoi mezzi e dei suoi motivi. Akira diede rapidamente un'occhiata in giro per assicurarsi di non venire origliato. Finalmente, il modello li raggiunse. - Lei non deve credermi per forza sulla parola, signor Ethan, ma crederà a quello che le sto per dire - assicurò subito Akira. - Innanzitutto lasci che lo ripeta: Erika sta bene, e potrà tranquillamente verificarlo di persona. Visto che lei mi era sembrato poco collaborativo, ho deciso di rapire Erika per avere qualche informazione, quelle che sta sicuramente cercando anche la signorina Gaiman per intenderci. Quando le ho spiegato le mie intenzioni la signorina Erika ha deciso di collaborare di sua spontanea volontà. Quasi. - Akira fece una pausa.
- Come ha già saputo, - riprese - Erika sta venendo scortata da mia figlia Emilie all'aeroporto, dove ad attenderla ci sarà il mio dirigibile privato che la porterà a Neo Green Life, al sicuro. Voglio che la signorina Erika resti fuori da questa città prima che la situazione degeneri ulteriormente, fuori portata da chi la vorrebbe morta o, peggio, sotto stretta sorveglianza, in mano di uomini pericolosi e senza scrupoli. - si concesse un sorriso di scuse. - Io sono stato assunto da uno di questi uomini proprio a questo scopo. Quando la signorina Erika mi ha rivelato la sua vera identità avrei dovuto portarla dal mio committente. Non l'ho fatto perché non mi era stato ordinato esplicitamente. Erika mi ha raccontato la sua storia, - spiegò, tornando serio, - A suo modo è una vittima e la ama terribilmente. La ama così tanto che al pensiero di poterla mettere in pericolo o di essere di intralcio ha preferito seguire il mio consiglio. Non è stata una scelta facile, ma questo glielo potrà raccontare la stessa Erika. Se lo desidera posso anche farla tornare indietro, certo. Una sola parola e Erika sarà di nuovo qui. Ma in quel caso sarò senz'altro costretto a seguire il mio contratto alla lettera e, come ha detto lei, magari potrei anche pentirmene. O forse no. In entrambi i casi non potreste più recuperare la vita che avete condotto finora e questo pensiero Erika lo trovava insopportabile. - Akira si sedette su una panchina e incrociò rigidamente le braccia, come colto da un pensiero improvviso.
- Ah, ma so benissimo cosa starà pensando. Sono un uomo famoso per essere a mia volta senza scrupoli e al soldo del miglior offerente. "Che ci guadagna Akira Zaoldyeck da tutta questa faccenda? Perché mai vorrebbe risparmiare Erika? E' un trucco". Comprensibile. La risposta veloce è "nulla". La risposta vera è che questa città ha molti problemi intrecciati, così tanti che sbrogliare i nodi è praticamente impossibile. Il mio committente, io credo, è uno di questi nodi. Ed Erika cos'è? Questo speravo di saperlo io da lei. Ho catturato il serial killer noto come Laceratore e l'ho consegnato senza un fiato nelle mani di un altro mio committente, come da contratto. Un lavoro pulito, pensavo. Non fa bene agli affarri di nessuno una città in preda al caos. Lasciamo che se la sbrighino loro, io non c'entro poi molto, mi sono detto. Beh, non ho modo di sapere se le cose sono collegate ma adesso per la città girano tanti pazzi armati di coltello, copie carbone del mostro da me catturato. E io non lo considero propriamente un passo in avanti. Quindi ho deciso di prendere in mano la situazione. Sono stanco di essere manipolato da persone su cui non ho il minimo controllo o dei cui motivi so meno di zero. Per questo prima di chiedere la sua collaborazione mi sono assicurato di avere una carta da giocare, l'incolumità di Erika, e almeno una conoscenza approssimativa di quelli che possono essere i suoi motivi, signor Ethan. - concluse Akira, guardando il suo interlocutore diritto negli occhi.
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