Il commento di Akira non si era affatto dimostrato risolutore come il ragazzo aveva sperato, e, d'altro canto, Ethan aveva ragione: erano stati lì anche troppo e per ottenere troppo poco. Mentre Ethan si assentava per chiamare la polizia, a suo dire, Akira ritenne opportuno tagliare la corda.
Non serve stare qua, pensò facendo un cenno alla figlia,
ho già quello che mi serve.
-
Andiamo Emilie. - ordinò, pacato, dirigendosi alla porta. La bambina lo seguì trotterellando per stargli dietro, obbediente.
Ethan è forte, non ha battuto ciglio. Potrei stare là anche dieci anni a parlare e non servirebbe a nulla. Una come Coraline è molto più adatta di me. Fra l'altro, rifletté,
lei ha anche motivo di star lì con lui.Scese per l'ascensore insieme, assorto nei suoi pensieri. -
Emilie, tesoro. - iniziò Akira. -
Si, papi? - domandò la bambina, sorpresa. -
Ho bisogno che inviti me e la signorina che stava con Ethan a bere una tazza di thé. - disse Akira. -
Si chiama(
- Erika, puoi portare qualcosa da mangiare o da bere ai nostri ospiti? - )
Erika -, le ricordò Akira con un sorriso. La bambina annuì, contenta e impaziente. -
Posso? - domandò timidamente.
-
Certo, tesoro. Quando vuoi. - aggiunse mellifluo.
Dopotutto, tua la casa, tue le regole, pensò Akira, e gli venne da ridere.
Non te la lascio lavorare con calma, cara Coraline. La preda interessante me la rubo io. Avrebbe parlato con Erika, da solo, questo si. Non le avrebbe fatto del male. Se gli avesse dato le informazioni giuste. Erano usciti dal palazzo, lontani una decina di metri, giusto per non attirare l'attenzione dello stalker. Emilie alzò la mano e concretizzò una vecchia lanterna ossidata.
Dave mi ha detto che posso usare il potere del mio npg, quindi vorrei portarla nell'hatsu di Emilie insieme ad Akira, così da poterla interrogare senza Ethan. Ruolisticamente, dovrebbe succedere qualcosa di simile a
Quest 106