| Come aveva immaginato, il comportamento di Vino aveva avuto l'effetto pratico di scremare i presenti fino a trovare un potenziale collaboratore. Probabilmente Vino ci ha osservati tutta la sera, queste erano solo le puntate finali. Il loro misterioso anfitrione ignorò sdegnato Edea, cosa che, probabilmente, era stata fatta di proposito per irritare Akira, che comunque incassò ammirevolmente. Finalmente, una svolta. - A conti fatti direi di poter rinunciare alla collaborazione di tutti i presenti, eccezion fatta per lei...Akira. Posso chiederle d'attendermi in uno dei divanetti più in fondo, da solo? Le poterò il bourbon, in fondo come ha precisato il suo "amico" qui, questa sera sono un cameriere. - commentò scherzosamente Vino. Ha anche una discreta dose di auto ironia, non male.
Edea gli posò una mano su un ginocchio, attirando la sua attenzione. Si girò a guardarla e si sentì subito più tranquillo. Poteva lasciare che Edea si occupasse di Coraline senza timore. Lui avrebbe portato avanti il lavoro, anche da solo. - Come desidera. - Akira si alzò dal divanetto e ignorando lo sguardo di scuse della ragazza fece come gli era stato detto. Vino lo raggiunse quasi subito, offrendogli un buon bicchiere di bourbon con ghiaccio. Akira assaporò con calma il liquore, perso nell'aroma di legno stagionato e fiammiferi. Un bourbon straight, invecchiato due anni, approvò mentalmente. Non amava i bourbon troppo dolci. Ascoltò con calma tutto quanto Vino aveva da dire, lasciando che condividesse con lui i dettagli rilevanti. Evitò di fare commenti a caldo, aveva bisogno di riflettere e non voleva compromettersi prima di aver valutato attentamente la situazione. - Capisco. - si limitò a dire, attento a cogliere ogni sfumatura del discorso del suo interlocutore. - Diamoci pure del tu. Non occorre pensare, assumimi e farò ciò che mi chiedi. Il lato positivo di essere un sicario è che non occorre pensare troppo. Ti metterò in contatto con un mio uomo. Ti girerà le informazioni in mio possesso. - disse, congedandosi. - Ottima scelta in fatto di bourbon. - aggiunse, sinceramente stupito.
Nel frattempo, Coraline stava avendo un desolante diverbio con la sua guardia del corpo. Edea li osservava, estremamente divertita. Nodo del contendere, una frase casuale della stilista. - L'onorario per un omicidio è di tre milioni di Zeny, vero? - Edea non aveva nemmeno fatto in tempo a rispondere che Onimusha, forse cercando di tirare su di morale ragazza, le aveva proposto di ballare. Che qualcuno potesse essere così privo di tatto da rasentare la demenza era inconcepibile, un mistero troppo grande persino avendo a disposizione molte vite degli uomini. Fingendo che l'interruzione non vi fosse stata affatto, disse: - Se posso permettermi di darti un consiglio, io non ucciderei a cuor leggero. Ti senti pronta a prenderti la responsabilità di pesare in piena coscienza la vita di quell'uomo e pronunciare una semplice parola: si o no? Non importa se lo elimini di persona o deleghi la tua decisione ad altri, sarai sempre tu a dover pagare. Magari non oggi, magari nemmeno domani, ma un giorno, fra sessant'anni, chissà, nel tuo letto di morte e circondata da figli e nipoti, dovrai sopportare il fardello del tuo "sì". Ecco perché le persone sagge non uccidono. - Edea le prese delicatamente la mano nelle sue, con gentilezza. - Tu non sei ancora pronta, bambina mia. -
Akira li raggiunse in quel momento, assorto nei suoi pensieri. Voleva andarsene, la festa era finita e lui era stanco. - Andiamocene. Qui abbiamo finito. - sospirò. Edea annuì. - E' stato un piacere avervi conosciuto, ma è ora che vada. - si congedò la donna, sempre sorridente ma un poco distante. Un altro dei suoi trucchetti? Conosco quell'espressione, si preoccupò Akira. - Ciao. -
|