Quest 138: Quindi, tu...

La nuova stanza era poco più piccola della precedente e al suo interno c’era unicamente lo stretto neccessario: un letto, un armadio, una cessettiera con sopra uno specchio, un comodino vicino al letto e un appendiabiti dietro la porta.
Su quest’ultimo vi era inoltre una bizzarra divisa color viola che fece stupire Alfonso. Stando alla sua le uniformi della servitù della casa erano di una colorazione diversa e Pez pensò dunque che molto probabile dovessero essere tutte tendenti al bianco come la sua, però poi si ricordò che Alfonso era il servitore personale della sorella di Vostres e magari questa voleva distinguere il suo maggiordomo dalla servitù normale.

Come per la camera di Vostres Pez e Alfonso si divisero i compiti per cercare qualcosa di utile; Pez indico ad Alfonso di ispezionare l’armadio mentre lui si diede alla ricerca sotto il letto e nel cassetto del comodino, trovando solo un libro e qualche lettera.
Pez si mosse per ispezionare la cassettiera, dove avrebbe rovistato tra i vari ripiani.
Il primo cassetto conteneva unicamente biancheria e calze mentre il secondo divise e vestiti vari.
Nel terzo Pez trovò altri vestiti ordinari, ma nascosto tra due di questi vi era una busta contenente del denaro.
Pez stava quasi per rimettere quei soldi al loro posto, ma poi ripenso a una condizione scomoda del proprio potere; quella odiosissima condizione riguardante un alto guadagno entro tempi brevi, cosi volle sperare che passando inosservato da Alfonso sarebbe riuscito ad intascarsi quei soldi. Infondo non era detto che il proprietario fosse ancora vivo.

Uscito dalla camera con nonchalance il ragazzo attese Alfonso per poi dirigersi verso la terza camera comunicando inoltre con Vostres.

Se si stà chiedendo cosa sto facendo sappia che sto facendo un giro per quella che mi pare essere la zona notte. Ho visto camera sua, e devo dire che era carino da bambino. Cosa è successo? Va ancora a cavallo? Sua sorella a il ragazzo per caso? Sà, sto veramente sperando che sia ancora viva e che non se la prenda quando scoprirà che le ho ucciso il domestico. Ma forse ho un modo per farmi perdonare di questo.

Pez pensava che prendendo in giro Vostres e facendoli notare che stava perdendo del tempo prezioso, questo si sarebbe alterato e avrebbe chiuso le comunicazioni fino a quando il ragazzo non fosse stato intenzionato a dirigersi al quarto piano. Dandoli così modo di comunicare in modo decente con Alfonso.

La terza stanza si presentava identica alla prima con la sola differenza di alcuni soggetti delle foto.
Come per le precedenti stanze Pez e Alfonso no riuscirono a cavare un ragno dal buco. L’unica cosa vagamente utile in quella camera era un pacchetto di batterie nuovo riposto nel comodino che alla fine lasciò lì; tutto il resto era solo robaccia.
Pez cominciava a stancarsi a perlustrare le stanze senza ricavarne niente, e mentre usciva dalla camera, pensò che forse era inutile cercare il telecomando delle porte, perché anche volendo non era certo che la cosa gli sarebbe tornata veramente utile.

In ogni caso continuo con il perlustramento del piano dirigendosi verso la prossima stanza.

Come le precedenti due stanze, anche questa nuova camera presentava lo stesso mobilio costoso, ma vi erano molti più documenti importanti sparsi sulla scrivania in confronto a quanti ce nè erano nella prima ispezionata. Al contrario delle altre camere però, questa aveva numerose mensole e una libreria, dove vi erano posti numerosissimi libri che trattavano i più disperati argomenti. Pez ormai intenzionato ad abbandonare l’idea di trovare l’apriporta e incuriosito dal contenuto dei libri, si mise a sfogliarne velocemente qualcuno preso a caso, trovandone addirittura uno che parlava di Nen e cose simili.
Ventre Pez leggeva qualche riga di quel misterioso libro, Alfonso fece rumore picchiando il pugno contro una delle ante dell’armadio che stava controllando. Attirando così l’attenzione di Pez.

Quando il ragazzo gli fu vicino, il vecchio gli mostrò un bizzarro pugnale coperto di incisioni. Alfonso fece anche notare che molti di quei simboli si trovavano anche nella parte interno dell’armadio dove era riposto.

Le incisioni, il pugnale, il libro sul Nen e i molti altri libri nella camera non potevano essere una pura coincidenza. Pez chiese ad Alfonso di chi era quella stanza e questo gli disse che era la camera del nonno del signorino Vostres.

Il primo pensiero di Pez fu che il vecchio aveva proprio degli interessi curiosi, ma poi si chiese il motimo di quegli interessi. In ogni caso Pez afferrò il coltello e se lo mise dietro la schiena vicino al proprio, dopodichè fece cenno ad Alfonso di andare. Non sapeva bene il motivo per cui aveva preso il pugnale, ma qualcosa in quel oggetto lo attirava.
I due uscirono dalla camera e Pez si diresse in fretta verso l’altra parte del corridoio, dove lo aspettavano altre quattro stanze. Per raggiungerle il ragazzo sarebbe di nuovo passato davanti alla porta con il corpo diviso a metà, ma la avrebbe ignorata senza neanche buttarci un’occhiata.

Giunti nella parte destra del coridoio Pez e Alfonso entrarono nella prima stanza che si presentava loro.
Questa volta la camera apparteneva a un altro domestico e nel frugarvi all’interno la cosa più utile che i due trovarono fu un set di spazzole per capelli.
Qui non c’è nulla, andiamo nella prossima.

Nuova camera e a quanto pareva nuova tappezzeria. Al enesimo ingresso in una delle stanze del piano, Pez potette notare come nonostante il mobilio della stanza fosse quasi identico a tutte le precedenti camere, i colori della carta da parati, dei mobili e della biancheria da letto fossero molto piu vivaci.
Il letto a balconcino presentava una tenda gialla molto trasparente e sulla maggiorparte delle sedie vi era ricamato qualcosa a mano.
Lo specchio da parete era completamente ricoperto di foto, cuoricini, lettere e adesivi di vario genere, mentre sotto di esso sulla cassettiera vi si trovavano una incredibile quantità di profumi e altri articoli femminili. Inoltre vi erano due armadi in più rispetto alla altre camere.
L’odore delle molte fragranze dei profumi stava dando alla testa al povero Pez, il quale la sentì cominciare a girare.
Rivolse poche parole ad Alfonso in cui diceva di muoversi a settacciare la camera perché non né poteva più di tutto quel profumo che aleggiava nell’aria.
Mentre perquisiva l’armadio, Pez si accorse che Alfonso non si stava comportando come nelle precedenti stanze e, buttando un occhiata veloce di tanto in tanto, notò che il vecchio lo stava controllando.

Probabilmente questa deve essere la camera della sua padrona. Avrà paura che faccia qualcosa che poi lo metterebbe nei guai. Che stupido.

Mentre perquisiva il secondo armadio Pez disse ad Alfonso che se aveva terminato con il controllare la cassettiera poteva benissimo fare il terzo. Mentre il vecchio si avvicinava Pez buttandoci ancora un occhio vide che Alfonso camminava a passo incredibilmente sospetto, tendendo inoltre lo sguardo rivolto verso di lui.

Poco prima che Pez terminasse di controllare all’interno dell’ennesimo paio di scarpe, trovò all’interno di uno stivale impellicciato un rotolo di banconote, che tentò di intascarsi controllando prima che Alfono avesse smesso di tenerlo sotto controllo.