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| Mentre il vecchio parlava, il professore stava realizzando quanto era accaduto nelle ultime ore.
In pratica siamo venuti qui per far ripetizioni, e invece abbiamo scoperto l'esistenza di una forza nascosta in ogni essere. Speriamo che quelli del corso di Analisi 1 non lo vengano a sapere... non vorremmo ritrovarci l'aula piena di giovanotti che si sentono tanto ganzi.
Le basette espressero perfettamente il pensiero di Lawrence. Il potere che aveva appena scoperto, e che a quanto gli sembrava era riservato a poche persone, avrebbe fatto meglio a lasciarlo elitario. Al di là del fatto che potesse essere pericoloso in mani sbagliati (cosa in effetti già successa, dato che era in mano sua), come ogni professore era sempre stato ossessionato dall'incubo dell'impedire agli studenti di copiare durante gli esami. Disse fra se e se:
Con questo dovrei non avere problemi
Dopodiché, si concentro sullo sviluppo del cosi detto "hatsu", ennesimo nome assurdo, ma facile da ricordare, e iniziò a pensare su cosa gli sarebbe piaciuto concretizzare. Alla fine si trattava solo di scegliere un oggetto o uno strumento che potesse essere utile, e considerando anche che il vecchio aveva parlato di "utilità in battaglia", in un primo momento pensò a un'arma. Abbandonò presto l'idea di materializzare un'arma, perché in primo luogo non avrebbe saputo usarla, e poi non era certo il tipo che si sarebbe messo a combattere. Siamo seri, era una persona responsabile, mica un ragazzino con problemi mentali, quali potevano sembrare gli altri, in particolare la ragazza bionda. Si concentrò allora su qualcosa che potesse essergli utile, per esempio un libro, magari che potesse contenere infinite informazioni, da usare come una specie di archivio, oppure un oggetto da usare per difendersi. Fra tutte queste idee però stava trascurando il dettaglio fondamentale: la naturalezza. Il Nen non era altro che forza naturale, che dipende dallo spirito della persona, e allo stesso modo ogni sua forma fa sempre riferimento alla singola persona. Non esistono due poteri Nen uguali, come non esistono due persone del tutto uguali. Le basette intervennero in suo aiuto:
Dev'essere qualcosa che ti riesca facile come mangiare il gelato... non devi pensare quando lo fai, semplicemente lo fai, e ti chiedi come altro potresti farlo.
L'ispirazione balenò nella mente di Lawrence come una folgore. Tese il braccio destro in avanti e aprì la mano tenendo il palmo rivolto verso l'alto. In un attimo l'aura si accumulò sopra il palmo e, piano piano, essa dava forma a qualcosa che prima non c'era.
Niente di più semplice
L'aura del professore prese le dimensioni di un piano cartesiano, che fluttuava sulla sua mano come fosse lo schermo di un computer. Pian piano l'immagine si faceva sempre più nitida e solida, fin quando poté distaccarsi completamente dalla mano e fluttuare da solo. Per lui, che aveva sempre parlato di matematica per tutta la vita, non c'era niente di complicato in ciò che stava facendo. Conosceva benissimo ciò che stava creando. Quando si fu del tutto materializzato il grafico Lawrence tracciò un paio di segni con la mano, disegnando grafici delle funzioni che gli venivano in mente; dopodiché smaterializzò il grafico e si soffiò il naso con un sorriso compiaciuto. Ma mentre lo stava facendo, sentì un forte boato provenire dalle sua spalle
Etciù! Ma che diavolo sta succedendo?!
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