Ein si riprese in fretta dalla improvvisa sbornia e scosse la testa.
Dove mi trovo..? Ah sì, sono morto.
E vide che Cassandra aveva trovato uno scomparto segreto dietro un quadro. C'erano tre manopole e un biglietto scritto a mano. Ein non lesse neanche il biglietto e iniziò a girare le manopole.
MA E' OVVIO CHE LE LETTERE SONO E, E, A. STIAMO ANDANDO DA EdEA. Forse quella sbornia non mi è passata del tutto.
Non sarà pericoloso, Ein?
No, tranquilla Susan.. non è pericoloso!
..Susan?
Posizionò le manopole in quel modo, aspettandosi che si aprisse una porta che dava a una stanza segreta o qualcosa di simile.
No, ok. Questa era la prima soluzione che mi era venuta in mente (?) ma in realtà abbiamo trovato (HO. n.d.Ashen) quella probabilmente corretta. Dal libro che è caduto si può dedurre che il professore è un appassionato di trattati logici e filosofici, e le tre frasi sono sillogismi. Quindi come "password" potrebbe aver messo qualcosa che poteva sapere solo lui, qualcosa di teorico. Le lettere A E I O si riferiscono rispettivamente ai simboli dei vari tipi di sillogismi: Universale affermativo, universale negativo, particolare affermativo e particolare negativo. Le prime due proposizioni sono due universali negative e l'ultima è una universale affermativa.
Posizionate correttamente le manopole, in fondo alla stanza si aprì una modesta porta rossa verniciata di fresco. Quasi nello stesso momento il gruppo sentì un urlo disumano provenire dal salone che avevano lasciato. L'urlo fu così forte e terribile da far cadere tutti i vinili, i libri e i quadri alle pareti. Elizabeth, terrorizzata, non perse tempo. Si lanciò verso la porta appena comparsa urtando Ein nella fretta sibilando un caustico - Si salvi chi può, fate largo alla bellezza! - Ein, Cassandra e Asura la seguirono a ruota, volenti o nolenti. O la porta rossa o la morte. L'ultimo chiuse la porta appena in tempo, e questa scomparve, separandoli dallo studio. Pochi secondi dopo una creatura che nessuno di loro avrebbe potuto affrontare distrusse in un attimo la stanza del dottor Akston, ruggendo di frustrazione per essersi lasciato sfuggire le sue prede. Ancora qualche minuto di terrore e la creatura si allontanò: erano al sicuro, per ora.
Come ricompensa per aver risolto l'enigma evitate il fight e sopravvivete.
Si accese una precaria lampadina sul soffitto, cosicché il gruppo poté vedere dove erano finiti. Sembrava proprio un bunker, una specie di rifugio d'emergenza provvisto di cibo e acqua per una settimana. La stanza aveva due uscite, una scala a muro che portava verso l'alto, di nuovo al primo piano, e una strana botola di acciaio bloccata da una qualche aura. Lì a fianco però, collegato con dei cavi malandati, c'era un vecchissimo computer, poco più che un accozzaglia di transistor collegati a un monitor e una tastiera meccanica. Sullo schermo lampeggiava piano la scritta TYPE-PASSWORD-NOSPACE e una breve sequenza di caratteri:
CITAZIONE
I AND (I OR L) -||- I
a) I AND (I OR L) |- I 1 (1) I AND (I OR L) /A 1 (2) I /1, E-AND b) I |- I AND (I OR L) 1 (1) I /A 1 (2) I OR L /1 I-OR 1 (3) I AND (I OR L) /1, 2 I-AND
Elizabeth si avvicinò con circospezione e un espressione perplessa sul volto. - Ma che diamine è questa roba? - commentò, sempre più irritata. - Un altro giochetto del dottor Akston, ci scommetto. - Dopo un secondo di silenzio Elizabeth rifletté ad alta voce, - Io non ci capisco un'acca, magari la password è la cosa che è scritta qui. Qualcuno di voi si intende di questa roba? Alle peggio possiamo andarcene e salire le scale, credo. Ma sia chiaro che se vedo quel mostro che ci ha inseguiti prima io taglio la corda! -
Se risolvete quest'enigma riuscirete ad incontrare il dottor Akston e salvarvi la pelle. Se scegliete di non rispondere potete salire le scale e vi aspetta una battaglia, sempre col timore di essere raggiunti dalla creatura che ha distrutto lo studio. Se sbagliate risposta subirete dei malus. Avete quattro tentativi per rispondere.
Ein prese il comando, improvvisando una risposta che si rivelò corretta, sorprendentemente.
Subito si aprì una porta rossa - C'era già? Di quel colore poi, l'avrei notata... - e un urlo molto poco umano spinse tutti a seguire Elizabeth che non aveva perso tempo per infilarsi nella nuova stanza, in altre circostanze ci avrebbe pensato due volte prima di entrare in una nuova area sconosciuta, ma in quel momento l'istinto di conservazione prevalse. Appena si chiuse la porta, essa sparì nel nulla e il ruggito che ne seguì fece rabbrividire la ragazza, allontanandosi il più possibile dalla parete.
Questo posto mi piace sempre di meno.
Sul soffitto si accese una lampadina che rivelò una specie di rifugio che portava verso l'alto, con provviste che sarebbero potute benissimo durare qualche giorno, un pensiero le attraversò la mente, quello di rimanere al "sicuro" lì dentro non sembrava poi così male, ma il ricordo dell'urlo agghiacciante di prima la riscosse, dovevano uscire di lì e anche in fretta.
Guardandosi intorno vide due possibili uscite: una scala che portava di sopra e una botola di acciaio chiusa. Si avvicinò a quest'ultima tentando di aprirla senza successo, col Gyo notò che era avvolta da una strana aura. Per precauzione si allontanò anche da quella. Proprio affianco alla botola vi era collegato un vecchio computer con una sequenza di caratteri che non capì e non era l'unica, Elizabeth si avvicinò con la stessa espressione che doveva avere Cassandra in quel momento.
Ma che diamine è questa roba?
Vorrei saperlo anch'io Borbottò continuando a leggere senza riuscire capire.
Io non ci capisco un'acca, magari la password è la cosa che è scritta qui. Qualcuno di voi si intende di questa roba? Alle peggio possiamo andarcene e salire le scale, credo. Ma sia chiaro che se vedo quel mostro che ci ha inseguiti prima io taglio la corda!
Cassandra sbuffò, più per allentare la tensione che per altro, si guardò attorno per un po'. Provò a digitare un paio di parole per vedere cosa accadeva ma nulla. Sbatté la mano sulla tastiera con forza, irritata.
Siamo rinchiusi in una torre governata da chissà quale tizia psicopatica, inseguiti da qualcuno di potenzialmente letale, circondati da ogni tipo di cosa potenzialmente letale, con una... "guida" che se la da a gambe al primo segno di pericolo e questo tizio si diverte a fare giochetti. Al diavolo.
La ragazza andò verso la scala e iniziò a salire, ricordandosi di Marvin e dell'asciugamano. Forse sarà meglio non parlarne per ora.
Sebbene Asura, com'è risaputo da sempre, e valeva per l'ennesima volta specificarla, fosse di una materia differente da quella umana (pelle rossa, duro come la roccia, ecc.), non c'era possibilità che il semidio potesse arrossire o impallidire, in realtà può farlo ma non sarebbe visibile come per gli umani, ma l'urlo che si levò, contro ogni possibilità logica, lo fece sbiancare di brutto e, sopratutto, molto visibilmente, battendo il record di Michael Jackson.
Lo sguardo da calmo e "rilassato" fece posto ad uno più serio e pensieroso. - Siamo nella merda fino al collo. - Furono le sue affermazioni, forse ovvie, anche se probabilmente stava solo pensando ad alta voce. Tale fatto veniva evidenziato dal fatto che stesse parlando davanti ad una porta chiusa, anzi un muro, essendo la porta sparita. E quale pazzo parlerebbe difronte ad una porta che sparisce lasciandosi solo un muro? Sicuramente non una persona raccomandabile.
Ripresosi il colore naturale, si unì al resto che stavano fissando dei codici, e tutte cose strane. Rimase per un attimo inorridito, era un'altra enigma. Anche se fino ad ora hanno miracolosamente risolte subito le altre, quest'ultima gli pareva impossibile. Come quando prima di raggiungere il Boss da battere ti ritrovi a dover completare un livello difficilissimo, e l'enigma dava tale sensazione.
Diede un occhiata col Gyo alla botola, non gli piacque affatto. - Quella roba non la tocco. Io non sono nato per queste cose, anzi rinato. Non tocchiamo nulla e andiamocene da qui alla svelta, non vorrei che quella cosa ci raggiunga in qualche modo. - Propose Asura. Cassandra pareva dello stesso parere. C'era un'altro tentativo, ma Asura si rifiutò di maneggiare quella roba infernale creata dal diavolo. Salì quindi la scaletta assieme a Cassandra. Ma prima di ciò, Asura stava per fare qualcosa che non gli piaceva, ma le circostanze lo rendeva quasi necessario. Si colpì il braccio.
Dopo aver tentato inutilmente per ben due volte di risolvere l'enigma il gruppo rinunciò. Decisero quindi di lasciare l'area e tentare di risalire le scale per tornare al piano terra della torre. Prima di andarsene, tuttavia, Little Miss aveva un conto in sospeso con il computer del dottor Akston: lo fece semplicemente in mille pezzi. Al grido di - Lo spacco! Tiè stupido computer! Ti credevi più intelligente di me? Sei solo un ammasso di ferro!- l'esserino staccò tutti i cavi, generando un cortocircuito che fece esplodere il macchinario in una pioggia di scintille e faville elettriche. Elizabeth rimase col fiato sospeso, incredula, immobile, ferma sulla tromba delle scale.
La botola si aprì. La botola si aprì, svelando forzatamente la strada verso il rifugio del dottor Akston. Ci fu un attimo di silenzio, poi Elizabeth si mise a ridere, istericamente, pazzamente, troppo felice del colpo di scena per non essere indice di pessime notizie. Qualche secondo dopo, iniziò a rimbombare il suono di una sirena per ogni piano della torre. Una voce maschile, la stessa che Lucyan e gli altri al terzo piano avevano sentito nei loro alloggi, disse:
CITAZIONE
Attenzione! Attenzione! Il gruppo 37 ha forzato un'area della torre, inizio procedura di teletrasporto. Attenzione, inizio procedura di teletrasporto. Area di partenza: caveu del dottor Akston. Area di arrivo: arena di Ultima.
Elizabeth, le lacrime agli occhi per il troppo ridere, salutò con la mano i suoi ormai ex compagni di squadra. Il suo lavoro di guida era probabilmente giunto al termine. Come preannunciato dalla voce, Ein, Cassandra e Asura si ritrovarono trascinati nel pavimento, senza poter opporre la minima resistenza e vennero scagliati in un luogo completamente diverso, senza nemmeno sapere in quale piano si trovassero. Era tutto buio, lì intorno. Poi, un rumore, poco distante da loro, e un tremendo scossone. Poi un altro, e un altro ancora. Un terribile ruggito squarciò l'aere, e un torrente di fiamme scaturì da quello che ormai potevano intuire fosse il sublime Ultima. Le fiamme illuminarono a giorno l'area, rivelando l'arena di combattimento, niente più che un tetro pavimento di metallo nero dal diametro di poche centinaia di metri sospeso in mezzo al nulla. Ultima era un mostro terribile. Un gigante alato simile ai demoni della mitologia, con grandi ali da pipistrello e creste ossee su tutto il corpo, ricoperto di fiamme brillanti come il sole. E il mostro parlò, la sua voce tremenda, roca e graffiante come mille lame, così aspra e dura e terribile che a fatica la si poteva comprendere. - Ahah! Si! Fantastico! Un nuovo giudizio, ed è passato così poco tempo dall'ultimo! Cercate di non rompervi subito, umani! Voglio divertirmi! Che il processo abbia inizio! -
Cassandra stava per uscire da quella stanza infernale, ma Little Miss distrusse il computer e... si aprì la botola. Tutto qui?
La ragazza non ebbe il tempo di avvicinarsi alla botola che iniziò a rimbombare il suono di una sirena.
Attenzione! Attenzione! Il gruppo 37 ha forzato un'area della torre, inizio procedura di teletrasporto. Attenzione, inizio procedura di teletrasporto. Area di partenza: caveu del dottor Akston. Area di arrivo: arena di Ultima.
Oh, perfetto.
Vennero trascinati nel pavimento senza che lei potesse fare nulla. Un buio pesto e un rimbombo assordante la ragazza faticò a rimettersi in piedi, ma quando ci riuscì delle fiamme illuminarono il luogo in cui erano stati catapultati; un'arena sospesa nel nulla. Fece la sua comparsa un Ultima, o almeno, era palese che fosse lui anche se non sapeva chi era effettivamente. Il mostro dall'aspetto ipnotico e agghiacciante iniziò a parlare, Cassandra a malapena riusciva a stargli dietro per capire cosa stesse dicendo.
- Ahah! Si! Fantastico! Un nuovo giudizio, ed è passato così poco tempo dall'ultimo! Cercate di non rompervi subito, umani! Voglio divertirmi! Che il processo abbia inizio! -
Giudizio? Ah, pensano che abbiamo forzato l'area di proposito... non conoscono Ein.
E proprio quest'ultimo Cassandra iniziò a guardare malissimo.
C-ci deve essere stato un malinteso. Disse poi rivolgendosi al Mostro, anche se in modo piuttosto incerto. Dopotutto si trovavano in una torre dove al minimo passo falso eri spacciato, figurarsi forzare le regole del "gioco". Non stavamo tentando di barare, ecco. è stato un... incidente, sì, un incidente. Little Miss è piuttosto esuberante. Afferrò Little Miss per i suoi miniabiti, tra indice e pollice, per indicarla a Ultima. Quindi che ne dice di lasciarci continuare a giocare?
Giuro che se ne usciamo vivi da questa storia Ein lo ammazzo io. Bisbigliò in modo da far capire ciò che stesse dicendo solo ad Asura.
Per volontà di davidex ora posterò la parola "Cribbio".
Asura. - Finalmente, andiamocene. Combatterò quella cosa, qualsiasi cosa fosse, piuttosto che restare a marcire qui! - Appena finito la frase, qualcosa scattò. Il semidio si girò di colpo, vide la colpevole e gli urlò: - You, Little Bitch! - La botola si aprì, sembrava un miracolo.
Elizabeth invece riprese a ridere istericamente, nessuno se lo poteva spiegare perché lo faceva, era a tal punto felice? Sembra quasi felice, chissà forse gli abbiamo fatto un'ottima impressione e da questo momento in poi forse andremo tuuuttti d... Porco Brahma.
Si guardò intorno, erano in trappola, nessuna via d'uscita. Cosa peggiore, c'era un Sublime a pochi passi da loro: Ultima. Fortunatamente Asura ancora non sapeva cosa fosse un Sublime.
Forse era il momento opportuno per una spiegazione, e così fece. - Ok ragazzi. Mettiamo in chiaro una cosa, solo perché sono un semidio questo non vuol dire che debba avere di fatto dei poteri della madonna, quindi non rompetemi più su 'sta cosa! Ho incontrato Dei sulla terra che valevano quanto un contadino che imbracava un fucile, come quel tizio che faceva... - Si interruppe di fronte alla maestosità di Ultima. - Cribbio!
- Ahah! Sì! Fantastico! Un nuovo giudizio, ed è passato così poco tempo dall'ultimo! Cercate di non rompervi subito, umani! Voglio divertirmi! Che il processo abbia inizio!
- Ho come l'impressione che dovremo difenderci senza l'avvocato. - Disse piano Asura rivolto ai compagni. - Ora rimpiango tutto. E non ricordo nemmeno come ci sono finito qua! - Guardò malamente il diretto responsabile poi guardò Cassandra.
- Cercherò di trattenerlo, tu convincigli della nostra innocenza, più tardi mi unirò volentieri a picchiare quel idiota mutato! Se non saremo processati prima.
Il semidio si fece avanti verso il Giudice. Ad un certo punto si fermò, era metà strada fra lui e loro. Ostentò un pugno in aria. Ho trovato un buon modo per risolvere i miei sbagli. Si colpì con forza al volto.
