Quest 089: Nen? Si mangia?

*Zetsu... non dovrebbe essere diverso dal controllo dell'aura che ho adottato all'inizio... posso riuscirci*

Riprese le forze decise che era il momento, di iniziare ad allenarsi, durante la pausa aveva smesso di usare il ren ma sapeva che tra questo e quello che aveva chiesto il maestro c'era una grossa differenza, non emanare aura non era la stessa cosa di ritornare ad uno stato di controllo della stessa, una volta aperti gli shoko anche uscendo dalla fase di ren si rientrava necessariamente in quella di ten quindi per deduzione lo zetsu è simile al ten con la differenza che il limite deve essere interno al corpo e non esterno.

Era il momento di mettere in pratica le sue deduzioni, inió a rilassarsi ed a visualizzare l'aura mentalmente, dapprima inizió con il definire i bordi poi pian piano tentó di far entrare la sua aura in sintonia con il suo pensiero ed ecco che riapparvero i fili, ordinati intorno al suo corpo in un lento fluire, ora bisognava raccoglierli prese il capo di un filo ed inizió a farne una matassa, poi un'altro e un'altro ancora, milioni di fili, decine di ore, quando era sul punto di finire tanto era concentrato nel "raggomitolare la sua aura " che a momenti ne aveva scordato il motivo, ci era riuscito ?
Il "formicolio" era assente ma solo al sensei spettava il responso, nel mentre mantenendo quello stato si mise a dormire.

Doveva far si che la sua aura svorresse in quell'acqua era questo che il sensei aveva detto di fare e questo lui avrebbe fatto.

Si avvicinó al bicchiere e dopo aver messo le mani a qualche centimetro da esso chiuse gli occhi inizió a concentrarsi, di colpo liberó la sua aura, pensava fosse esplosa talmente forte che il bicchiere era finito in frantumi ma non c'era stato rumore nè il giovane sentiva le sue mani bagnate, aprí gli occhi, il bicchiere non si era mosso ma nell'acqua vi era una moltitudine di filamenti, forse alghe ma comunque molto sottili, era diventata sporca cosa voleva dire ?

Scomparso il tutto scomparve anche il ragazzo lasciando li le due tizie, la citta delle stelle cadenti era il suo mondo e muoversi in quei vicoli era facile, dopo poco era li dove voleva essere, sul tombino dietro una vecchia industria, era il momento.
Entrato nella sala centrale inizió ad emanare aur
*Materializzare oggetti...*

Fili... dovevano essere fili... dapprima impugnó la spada e poi inizió a far fluire l'aura verso le mani.. ecco che dalle nocche dei fili iniziarono a fluire ed ad arrotolarsi alle carrucole intorno la spada, sempravano pochi centimetri ma poteva allungarli per decine di metri, poteva assumere la forma a lui piú congeniale e ricoprire come fosse un velo sia il filo della sua spada che il suo corpo, ora era il momento di fare soldi e di riuscire nella sua missione