| Elmore, la ciarlatana magica, era riuscita ad arrivare velocemente all'enorme biblioteca del maniero. In un primo momento la vecchia rimase attonita ad ammirare i libri rari di cui la biblioteca disponeva, poi, però, dovette suo malgrado osservare la stanza con occhio critico per valutare la situazione e gli eventuali pericoli in cui sarebbe potuta incorrere nel cercare di raggiungere la parte opposta della biblioteca. Stava proprio per iniziare a dirigersi verso l'uscita quando accaddero diverse cose contemporaneamente. La porta da cui era entrata si chiuse, e i libri dagli scaffali vennero rovesciati a terra, come catapultati da molle invisibili. La nonnina imprecò in modo piuttosto colorito quando dal soffitto iniziarono a scendere dei fiammiferi e del combustibile, che resero la stanza un vero e proprio inferno di fuoco e fumo. Elmore credette di essere perduta, ma gli arcani erano dalla sua parte, ancora una volta. Due libri erano scampati all'incendio, "Le avventure di Tarzan" e "Prodezze nel cielo". Il volere dei numi era chiarissimo.
Oh, che gioia! Gli arcani non mi hanno abbandonata...però, che imbarazzo. L'ovvia interpretazione è che fra poco un bel maschione selvaggio (completamente nudo, ovviamente) mi salverà da questo inferno volteggiando nel cielo...non mi resta che attendere e prepararmi per, ehm, ringraziarlo adeguatamente. Non sia mai che questa vecchia strega si dimostri ingrata, suvvia.
Elmore si sedette a terra, e attese inutilmente l'arrivo del suo salvatore. Quando, tuttavia, si rese conto dell'abbaglio, decise di seguire la vecchia massima del "chi fa da sé fa per tre". Perciò decise un piano d'azione. Si tolse le scarpe con il tacco a spillo e le utilizzò per arrampicarsi sullo scaffale centrale, saltando il più possibile per evitare le fiamme. Si bruciacchiò un po i piedi, ma dopo qualche minuto era riuscita a salire sopra lo scaffale. Poi, notò con piacere che i lampadari potevano essere un ottimo punto d'appoggio. Il problema era, semmai, come saltare dall'uno all'altro senza cadere di sotto. Ma anche per questo la ciarlatana aveva una soluzione. Con una lacrimuccia, iniziò a disfare la cuffietta rosa che si era fatta all'uncinetto e con il grosso filo di lana recuperato fabbricò delle grezze corde rosa che avrebbe usato come liane. Utilizzando anche i fili dell'uncinetto come contrappeso, riuscì ad agganciare la prima corda al lampadario più vicino e volteggiando nel cielo, abbadonando una corda ad ogni lampadario, riuscì a raggiungere sana e salva la porta d'uscita. O, meglio, quasi sana, visto che all'ultimo lampadario la corda si ruppe, facendola precipitare a terra in modo a dir poco brusco. Nella caduta si era rovinata la permanente e tre unghie. Una tragedia, insomma. La ciarlatana, recuperato l'autocontrollo dopo le forti emozioni, si lanciò contro la porta d'uscita, sperando di potersi salvare senza ulteriori intoppi.
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