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| Cherì e Irehc continuavano ad avanzare verso la panchina eppure essa pareva sempre più distante. Le distanze fra Alan e i due ragazzini infatti tendevano a non accorciarsi. Poi improvvisamente lo sfondo divenne una fitta foresta, ma la ragazza non si impressionó poi molto dal momento in cui ormai vi era abituata. Alan pareva sparito così come il suo Clone Sbagliato. Qualcosa però le diceva di proseguire e così fece arrivando ad uno spiazzo circolare privo di alberi su cui centro vi si trovava un tavolo in legno dove vi era seduto uno strano ragazzotto dai capelli castani e del tutto spettinati. Avvicinandosi Cherì poté notare che aveva anche una barba incolta. Insomma era un ragazzo che non curava neanche un minimo il suo aspetto. La ragazzina lo guardó un po' in malo modo. Ai suoi occhi sembrava un barbone.
(-Ehi, tu devi essere di quelli che sono venuti a cercarmi, si vede lontano un miglio che sei reale. Ti è piaciuto tutto ciò? Devo confessarti che ci stavamo annoiando e volevamo trovare un modo per divertirci. Non sono mai stato in pericolo...però è stato divertente. )
Il ragazzo iniziò a parlare. Subito dopo estrasse un coltello da cucina e lo conficcò nel petto della ragazza, la quale, con un rantolo di dolore, si accasció a terra. Possibile che sarebbe morta così. Eppure non si stava vedendo tutta la sua vita come nei film mostravano in punto di morte. Stava morendo e basta.
Chiuse gli occhi e quando li riaprì si trovó in un vortice di luce accecante eppure poteva tenere tranquillamente gli occhi aperti, la luce non ke dava fastidio. Una figura tutta vestita di nero, capelli compresi, tranne gli occhi che brillavano di rosso, comparve davanti a lei. Era Sebastian, il suo maggiordomo.
-Cherì non ti preoccupare non sei morta. Ora apri gli occhi veramente e ti ritroverai da dove sei partita-
Così dicendo svanì e Cherì decise di fare quanto richiesto. Aprì gli occhi e si ritrovo nella stanza sporca in cui tutto il viaggio mentale aveva avuto inizio. C'erano gli stessi ragazzi ed in più colui che l'aveva appena "uccusa", Alan.
Steven le si avvicinò frettolosamente e le diede un bigliettino su cui scritto: grazie ti devo una cena e un numero di telefono, probabilmente il suo. La ragazzina lo guardó allontanarsi.
-Pare che mi sia fatta un amico!-
Disse soddisfatta fraintendendo il gesto di Steven che probabilmente voleva dell'altro...
Uscì poi anche lei scrivendo si il numero di cellulare nel suo telefonino.
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