Quando Maka rinvenne attorno a lei c'era solo il bianco più totale.
Una stanza infinita, che si estendeva per miglia e miglia. Il silenzio dominava. Maka fece qualche passo. Nessun rumore. Prese allora a correre, velocemente, battendo i piedi. Ancora nessun rumore. Era come un fantasma, come se tutto lì non esistesse.
Il suono si propaga nell'aria... pensò Maka. In quel preciso istante la mancò l'aria, non respirava più, si sentiva soffocare.
Si portò le mani alla gola nel disperato tentativo di riprendersi, ma nulla. Cadde in ginocchio, poi distesa, nuovamente il buio.
Ma non era morta, non del tutto e non ancora. Era solo svenuta. E sognava. Sognava una barca, grande, gigantesca, una nave da crociera. Non c'era nessuno attorno a lei. Non c'erano passeggeri, non c'era equipaggio. Era da sola, con il mare attorno. Aprì gli occhi di soprassalto e si ritrovò su un ponte della nave. Il silenzio regnava nuovamente. E lei stavolta non poteva muoversi.
Rimase lì immobile per anni. Secoli. Aveva pensato a tante cose. Alla vita che le era stata tolta, costretta su quella nave isolata che vedeva marcire ogni giorno di più. Aveva pianto quando aveva capito che nel mondo reale dovevano essere ormai tutti morti di vecchiaia. Sperava con tutta se stessa che avessero vissuto il meno possibile. Era straziante una vita lunga, ormai se ne accorgeva.
200 anni. 300. 509 anni. Era mezzo millennio che stava lì. La nave ormai stava per affondare. Rimaneva solo un punte, il più alto, dove lei si trovava. Galleggiava nel mare, senza emettere suoni.
Che rumore fa l'acqua? pensò Maka. Non era sicura di ricordarlo.
Il legno sotto il suo peso si stava sgretolando. Cadde in acqua, non riusciva ancora a muoversi stava affondando, stava morendo, finalmente. Vedeva dei riflessi di luce, nel liquido trasparente. Erano bianchi. Un bianco infinito. Ne era passato di tempo da quando era morta. O forse...
Un gigantesco drago acquatico le si parò contro. Stava per inghiottirla, quando finalmente riprese il controllo del proprio corpo. Non era invecchiata. Sembrava anzi più giovane di prima. Prese a nuotare veloce, tra le bolle d'aria dell'acqua, il drago dietro di lei che digrignava i denti minaccioso.
Bolle d'aria! comprese. Velocemente aprì la bocca e ne inghiottì una, insieme all'acqua.
Aprì gli occhi. La stanza bianca. Ora respirava. Erano passati pochi secondi da quando si era addormentata.
Ora l'infinito sembrava essersi ristretto un po'. Una voce roca e tombale ruppe quel silenzio che la nauseava.
-Benvenuta Maka. Il mio nome è Pensiero Profondo. Conosco tutto e so tutto, posso rivelarti il significato della vita o svelarti i più grandi misteri dell'umanità. Hai una domanda a disposizione. Ti interessa sapere qualcosa?-
Maka rimase atterrita. Era davvero così contorta, la sua mente? Così contorta da creare dentro di se una specie di prigione silenziosa per centinaia di anni, rivelatasi in seguito un sogno, e dopo tutti quel tempo... questo.
-Non diciamo sciocchezze. Non c'è nulla che tu possa sapere che io, consciamente o meno, non conosca. Sei una mia creazione, parte della mia testa. Qualsiasi domanda ti ponga risponderai come io risponderei. Quindi non perdiamo tempo, questo posto mette i brividi. Devo cercare Alan.- rispose. Come poteva auto offrirsi la conoscenza assoluta? E poi una sola domanda? Che banale u.u
La voce ridacchiò qualche istante, poi sotto i suoi piedi il terreno scomparve. Sembrava come se stesse scendendo di livello in livello nella sua coscienza.
-AAAAAAAHN, dannazione. Non potevo ideare un modo più comodo per viaggiare?- disse rialzandosi dopo la caduta, tutta indolenzita.
Maka si guardò attorno. Tutto era distrutto. La terra era nera, bruciata. Le case erano solo macerie.
Era tutto silenzioso. Di nuovo. Si sentiva addosso una strana, brutta sensazione. Cominciò a vagare per quelle strade desolate, senza meta, solo ad osservare tutta quella morte. La malinconia la assalì, cominciò a piangere, singhiozzare, tutto quello che conosceva era distrutto: solo una casa era salva.
Cominciò a correre verso essa, catapultandocisi dentro. La luce era forte, fastidiosa, fredda. Diversi neon erano attaccati al soffitto e alle pareti, sembrava che tutti i neon rimasti fossero stati messi lì. Come del resto le persone. C'erano centinaia di persone, tutte vestite uguale, di bianco, che rifletteva tutte quelle luci, che dava alla testa. Anche lei d'un tratto si ritrovò vestita di bianco, su un tavolo, bianco. Le pareti erano bianche. Tutto era bianco, tutti erano schiavi, ma non c'erano padroni. Si faceva la fila con i vassoi per mangiare, ma da mangiare non c'era. Alcune persone venivano trascinate via, per essere uccise, ma nessun soldato si vedeva. Era come se fossero stati
programmati per quello.
-Cosa è successo, qui?- chiese, o sussurrò. Nessuno rispose, lo sguardo delle genti non c'era, avevano tutti la testa bassa. E se malauguratamente ne incrociavi uno, era uno sguardo di paura, di quelli che sarebbero stati giustiziati, che semplicemente scomparivano nel vuoto.
C'era qualcuno, qualcosa, un pericolo, lo avvertiva, era terrorizzata.
Passò diversi giorni con quegli schiavi, per capire cosa succedeva, mettere tutto a posto. In fondo si trattava di una parte della sua coscienza...
Il terzo giorno guardò fuori dalla finestra, vide un'ombra schizzare via veloce nel cielo. Si precipitò fuori. C'era un enorme, gigantesco UFO che copriva tutto il cielo. Attorno ad esso altre navicelle aliene, a frotte.
Poco più avanti c'erano dei ragazzi vestiti di nero, con strane attrezzature, che ne vestivano un altro, con una resistente armatura. Una rivoluzione. Maka rimase stupefatta. Poi, poco prima che questo "campione degli umani" spiccasse in volo, si girò e fece l'occhiolino a Maka.
-KUMOOOOOOOOOOO!- gridò.
Questi prese il volo, brandendo una spada. Cominciò a distruggere le navicelle piccole, una dopo l'altra, esplosioni attorno a lui. Tutti gli altri uscirono fuori, ad acclamarlo, li stava salvando. Anche Maka si era lasciata andare, piangeva dalla felicità.
Kumo raggiunse l'ultima navicella, quella grande. Mostri di tutti i tipi si parvano dinanzi a lui, ma lui li uccideva, con un colpo. Finalmente arrivò faccia a faccia con lei: la regina. Aveva la pelle olivastra e capelli di serpente. Ma Kumo si fermò, non la uccise. Ed ella lo baciò. Gli stava succhiando la vita dalle labbra. Poi buttò il corpo senza vita del ragazzo giù verso terra, l'ultima speranza umana era caduta.
E mentre Maka correva verso il corpo del vecchio amico, gli alieni diedero il via allo sterminio totale. Esplosioni, bombe, una dopo l'altra, cadevano a terra. Uno cadde proprio sopra il corpo di Kumo. Maka cominciò a urlare. Altre bombe. Il terreno non reggeva. Si ruppe sotto l'attacco nemico. Il buio tutto attorno, il vuoto, mentre Maka distoglieva lo sguardo dalla crepa da dove veniva, mentre la fine del mondo umano si chiudeva dietro di lei.
-Tutto ciò accadrà davvero.- disse una voce nel buio -Ma non oggi. Preparati all'ultimo piano della tua coscienza.-
Così chiuse gli occhi, pronta ad affrontare la resa di conti finale, ad affrontare quello che l'aspettava.
sono andato avanti perché dovevo fare il recupero.
PS: un viaggio dentro un mio pg, non ce l'ho fatta a fare assurdo, ero obbligato a fare una cosa intripposa. e l'importante è che mi son divertito, pure se non era quello richiesto
PPS: l'avevo scritto in tag (leggere da giù in su quindi) ma credo che wowy non lo abbai letto:
21:19 Sennar1927: sennò debbo attaccare anche l'ultima parte della mia idea iniziale subito e viene fuori una roba veloce e confusionaria.
21:19 Sennar1927: e poi per l'ultimo turno, true?
21:18 Sennar1927: quello che faccio ora per il turno scorso e questo
21:18 Sennar1927: a wow, io dunque devo postare 2 volte giusto?
21:11 Sennar1927: a proposito di 81... il mio post che scrivo da stammattina quando mi gira è quasi finito
lollerete. spero.
20:58 Wowbagger: Risposto ala 081